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Doping, Russia bandita da Olimpiadi e Campionati del mondo

Quattro anni di squalifica per lo sport russo

Redazione

L'Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha bandito la Russia dalla partecipazione ai principali tornei sportivi internazionali, tra cui le Olimpiadi e i Campionati del mondo, per un periodo di quattro anni dopo aver concluso che Mosca ha manomesso i dati di laboratorio con prove false ed eliminando i file collegati a test antidoping positivi che avrebbero potuto aiutare a identificare i dopati.

Il Comitato Esecutivo della WADA ha stabilito altresì che la Russia, nel periodo stabilito, non potrà ospitare o concorrere all'assegnazione d'importanti tornei sportivi internazionali. Dal novembre del 2015 l'atletica leggera russa è sospesa e gli atleti che hanno dimostrato di non aver mai avuto problemi di doping possono gareggiare come atleti neutrali. Da allora molti dei suoi atleti non hanno partecipato alle ultime due Olimpiadi e il Paese è stato privato completamente della sua bandiera ai Giochi invernali di Pyeongchang dell'anno scorso, come punizione per aver insabbiato il doping di Stato ai Giochi di Sochi del 2014. Mosca ha ammesso i problemi ma ha negato l'accusa di aver organizzato il doping di Stato.

La Russia sfiderà la sentenza della Wada presso la Corte arbitrato per lo sport (Cas) con sede a Losanna dopo che la questione verrà discussa dall'Agenzia Russa Antidoping (Rusada). Lo ha detto Svetlana Zhurova, primo vicepresidente della Commissione internazionale della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo. "Il 19 dicembre si terrà una riunione del Consiglio di vigilanza della Rusada: deciderà se l'Agenzia accetta queste raccomandazioni o meno. E il Tribunale di Losanna in seguito. Sono sicura al 100% che la Russia andrà in Tribunale perché dobbiamo difendere i nostri atleti", ha affermato, citata dalla Tass.

Il vice capo di Rusada, Margarita Pakhnotskaya, ha detto di non essere sorpresa dalla decisione del Comitato esecutivo della Wada di bandire la Russia dagli eventi sportivi mondiali: "Di certo questa decisione non è positiva, ma ce l'aspettavamo". Il consiglio di supervisione di Rusada, ha inoltre ribadito che il principale obiettivo dell'agenzia anti-doping russa è proteggere gli interessi degli atleti "puliti".  

 

FONTE Ansa.it

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