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Il caso Regeni entra nel calcio: lo striscione imbarazza Salah

Abo Rida, n°2 della federcalcio egiziana: «La Roma non vuole metterlo in difficoltà» per il caso Regeni

Redazione

Il caso di Giulio Regeni, il ricercatore friulano barbaramente assassinato in Egitto e  che non ha ancora un colpevole, ora entra prepotentemente anche nel mondo del calcio, dove fino a oggi sono stati spesso esibiti striscioni per chiedere giustizia nei confronti del ragazzo.

Come riporta la Gazzetta dello Sport, il caso Regeni comincia ad assumere una valenza di un certo peso anche nel mondo del calcio. Due giorni fa infatti – sull’onda dell’indignazione popolare nata dalle frizioni tra Italia ed Egitto relative alle indagini sull’omicidio del giovane ricercatore triestino avvenuto al Cairo – è filtrata la notizia che la Lega di Serie A, sposando una richiesta di Amnesty International, stava pensando a una iniziativa di solidarietà per Regeni. Ovvero, per la 35a di campionato, in programma nel prossimo fine settimana, far entrare le squadre in campo con lo striscione: «Verità per Giulio».

 Ma a dimostrazione di quanto il tema sia delicato, ieri sono arrivate le dichiarazioni di Abo Rida, vice presidente della Federcalcio egiziana: «La Roma ha chiesto di non partecipare alla campagna per evitare di mettere il suo calciatore in imbarazzo – ha detto a Sada El-Balad Channel – Io ho parlato personalmente con Salah, che mi ha confermato tutto. Peraltro questa campagna non viola nessuna regola Fifa perché non mostra nessuna discriminazione contro persone o Stati». 

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