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Forse non tutti sanno che Evaristo Beccalossi, una delle stelle dell'Inter degli anni Settanta e Ottanta, campione d'Italia proprio nel 1980 ha avuto un passato ance col Pordenone. Sul quale parla così: «Non so se il club sia pronto per compiere il grande salto in A - afferma al Messaggero Veneto -, però è indubbio che sono stati compiuti passi notevoli, che la società oggi è forte e solida. E con un allenatore del calibro di Attilio Tesser, tutto è possibile».
Una certezza per l'ex numero 10, il tecnico neroverde: «Guai a chi mi tocca Attilio. Non abbiamo mai giocato insieme, ma nel corso della nostra carriera ci siamo incrociati più volte, fin dalle nazionali giovanili, siamo amici. Lo stimavo come giocatore e lo ritengo oggi un allenatore bravo e preparato, un martello che non molla mai. È un tecnico navigato, ha grandi esperienze, in carriera ha vinto molto, eppure riesce sempre ad avere grandi motivazioni e a trasmetterle alle sue squadre.
Poi racconta proprio il suo passato in serie D (allora Interregionale) al Pordenone dove approdò «per il mio carattere ribelle. L'anno precedente giocavo nel Barletta, in B, e avevo fatto 7 gol. Avevo ricevuto delle offerte, ma il club pugliese mi aveva fatto saltare tutti i possibili trasferimenti. Allora, visto che tra le altre era arrivata una proposta dal commercialista Moras, che ai tempi affiancava D'Antuono, mi dissi: sai che c'è? Vado nei dilettanti, così non ho bisogno del nulla osta del Barlatta per fare quello che voglio».
Infine i consigli per approdare in Serie A: «Si arriva con una società solida, con idee chiare, motivazioni e ambizioni. Tutte cose che mi pare il Pordenone finalmente abbia. Con la serenità di giocare partita dopo partita, senza pressioni. Con un allenatore esperto e preparato come Tesser e un lavoro costante. E anche il pubblico continuerà a crescere».
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