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De Canio, Spalletti e Delneri e la rivendicazione del ruolo di allenatore

De Canio con Di Natale, Spalletti con Totti e Delneri con Toni hanno rivendicato un ruolo essenziale, quello di allenatore. Troppe volte i tecnici in Italia subiscono pressioni e alla fine il loro lavoro è menomato, troppe volte pagano risultati...

Monica Valendino

Cos'hanno in comune De Canio, Spalletti e Delneri? L'Udinese qualcuno potrebbe rispondere, essendo tutti e tre passati sotto l'arco del Friuli, anche se il Gigi attualmente al Verona solo come giocatore.

Ma in ogni caso la risposta non è questa. La risposta è il ritorno dell'allenatore al centro dei progetti di una squadra. Sempre più spesso, specie in Italia, a comandare sembrano essere presidenti onnipresenti, procuratori famelici e gli stessi giocatori.

Oggi, con le risposte date a Di Natale, Totti e Toni, i tre 'Grandi Vecchi' del calcio italiano, i tecnici hanno ristabilito una sorta di gerarchia, dove gli allenatori tornano a decidere in autonomia per il bene della squadra. Il tempo dei compromessi, magari con mediazioni societarie, non può esistere quando in questo sport contano sempre più i risultati.

De Canio ha detto Radio Anch'Io che “ho il massimo rispetto per ogni calciatore e a maggior ragione per quelli come Di Natale, di talento. Ma quando sono arrivato, rendendomi conto della condizione della squadra, ho chiesto a tutti un atteggiamento come quello dimostrato contro Sassuolo e Napoli”.

Spalletti sulla scelta di non far scendere in campo Totti nell'ultimo derby della sua carriera (molto probabilmente) non è stato meno esplicito: "Sono il primo a essere dispiaciuto per non averlo messo in campo perché c'èera lo spazio perché facesse la sua parte ma da allenatore oggi ho dovuto fare scelte diverse".

Delneri non ha ancora detto nulla, ma la sostanza non cambia. Il tecnico ha  escluso Toni dall'undici titolare dopo le critiche dell'ex Bayern della settimana scorsa. L'allenatore dell'Hellas ha lasciato fuori l'uomo di punta della rosa per scelta tecnica, ma non sarebbe da escludere una discussione accesa fra i due nelle ultime ore.

Tre allenatori, tre storie comuni con tre grandi del calcio. Dove i tecnici, almeno una volta, hanno potuto dire la loro. Perché il più delle volte devono allevare, più che allenare, magari ritrovandosi in quadra giocatori che nemmeno avrebbero voluto. Il ruolo di manager all'inglese è ancora lontano, forse in Italia non ci arriveremo mai (basta vedere il numero di genti che cresce continuamente e che fanno affari direttamente con i club). Ma almeno De Canio, Spalletti e Delneri hanno dimostrato che il loro ruolo è ancora vivo e vegeto.

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