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Gotti, una matassa da sbrogliare

Udinese: mister Luca Gotti

Gotti scelga: o il suo regno per un cavallo o il cavallo da domare. Piace ai tifosi, alla critica (noi compresi) e ai giocatori (al di là delle frasi di rito). Ma evidentemente non basta, per cui la matassa va sbrogliata. .

Redazione

Il romanticismo, l'idea di un uomo integerrimo che preferisce stare nell'ombra piuttosto che sotto i riflettori, il Re Nudo che affascina i tifosi e la società che alla fine lo pretendono in panchina nonostante il suo diniego. Luca Gotti è oggi ancora l'allenatore in pectore dell'Udinese, almeno fino alla sosta o forse fino alla sosta. Stramaccioni, Marino, Zenga sono i tre nomi che oggi aleggiano, ma il club friulano vuoi per mancanza di appeal o vuoi perché ci sono altri problemi non affascina di certo tutti; forse è vero che sono arrivate tante candidature in Piazzale Argentina, ma è altrettanto vero che se fossero state valide le avrebbero prese al volo visto che il tecnico di Montebelluna non passa giorno i  cui non ribadisca il suo "no grazie" alla proposta di fare traghettatore di questa sgangherata squadra fino alla fine del campionato.

Sì, perché si sa che questa Udinese non è stata costruita bene e che i problemi sono anche altri e molti, spesso celati dietro alla cortina di fumo che il club (come è ovvio che sia) cerca di alzare. I panni sporchi vanno lavati in casa ma fuori l'odore di bruciato si sente. Così l'Udinese, un tempo una delle migliori della Serie A e da un lustro a ridosso della zona retrocessione, sta passando un’altra stagione complicata. Il pari col Napoli, osannato da molti, alla fine - stringi stringi - è stato il primo  punto in tre gare, contro una squadra sull'orlo del baratro nervoso e di gioco. Inoltre a un primo tempo decisamente buono, ha fatto riscontro la solita ripresa con calo evidente fisico e mentale che induce a pensare che ci sia a anche qualche problema di preparazione visto che da moltissimo tempo, non da quest'anno, questa squadra fatica a reggere novanta minuti (o almeno ottanta) ad alta intensità. Hai voglia a parlare di parametri realizzati con le tecnologie, di dati dei computer che dicono che...Il calcio è semplice: si vede quando una squadra corre poco e male come nella ripresa col Napoli dove gli errori di conseguenza sono venuti fuori. 

Va detto che con Gotti in panchina, però, i risultati e soprattutto le prestazioni della squadra sono migliorate, mentre l'allenatore continua a prendere i consensi anche dei giocatori (l'ultimo Lasagna). Ma Gotti non ne vuole sapere di continuare a fare il primo allenatore. Intervistato da Sky Sport dopo il pareggio contro il Napoli, alla domanda se ci avesse preso gusto, Gotti ha risposto: «Neanche per sogno. L’Udinese è un grande club e voglio rimanere qui, ma il ruolo che vorrei è quello del vice. Non voglio fare il primo allenatore, non mi interessa. La fama e i soldi non sono una mia priorità».

Parole già dette ribadite che il club non sembra voler ascoltare. Paròn Pozzo ha appena detto che vuole Gotti fino alla fine della stagione, ma è solo l'ultimo degli elogi  voluti o dovuti che si rincorrono.  Ma alla fine si rischia. Un supplente per quanto apprezzato, rimane un supplente e gli alunni alla fine se ne approfitteranno se perde carisma. Poi, come detto anche da mister Giacomini "chi fa la formazione? Alcuni cambi andavano fatti prima. Ha fatto la mossa di Pussetto, che spero preluda a qualcosa. La difesa a quattro, con Pussetto in campo potrebbe essere una buona idea. Il futuro allenatore? Io spero che torni Pasquale Marino“. De Gustibus, l'importante è decidere. La matassa va sbrogliata perché Gotti avrà dato anche qualche miglioramento, ma alla fine ha rischiato di perdere con la Spal, poi perso con Samp e Lazio (che ha travolto i bianconeri) e pareggiato come, si sa, con un derelitto Napoli. La vittoria col Genoa per ora è l'unico successo e visto il calendario che l'Udinese ha davanti è bene pensare di risolvere questo problema. O Gotti scioglie i dubbi e si incorona allenatore anche per avere più carisma, oppure c'è il rischio che il giocattolo già mal assemblato si rompa ulteriormente. Ovviamente alla scelta di Gotti va abbinata la piena fiducia del club, che come detto da Giacomini deve lasciare libertà totale all'allenatore. Forse qui sta il punto:  chi è libero, ma vuole poter scegliere.

Purtroppo a Udine c'è chi deve giocare per non essere svalutato, c'è chi non gioca nonostante sia stato presentato come fenomeno, c'è chi deve rassegnarsi a staffette che fanno perdere continuità. I problemi sintetizzati stanno qui. Per questo la sosta dev'essere decisiva per progettare un ritorno che vedrà molte sfide importanti in trasferta dove l'Udinese finora ha faticato come pochi.

Gotti scelga: o il suo regno per un cavallo o il cavallo da domare. Piace ai tifosi, alla critica (noi compresi) e ai giocatori (al di là delle frasi di rito). Ma evidentemente non basta, per cui la matassa va sbrogliata.

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