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Il calcio verso la chiusura anticipata. Ora serve ragionare sul futuro

Il mondo non sarà più quello di prima, il calcio tanto meno e forse non sarà un male. Che ritorni più a misura di tifoso, più a misura sociale ritrovando la sua essenza di simbolo e non di prodotto commerciale. Altrimenti ai danni dovuto alla...

Redazione

"Il rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini. Il calcio è uno sport per gentiluomini giocato da bestie". Così mentre il primo ha già sospeso la stagione, congelando le classifiche e decidendo di ripartire da zero il prossimo anno, il calcio continua la sua farsa dettata da meri interessi economici che pare vengano anteposti al dramma sociale che il mondo vive. Non  si capisce ancora se fa più rabbia o tristezza ascoltare il presidente della Figc, Gravina, che chiede di concludere la stagione professionistica. Fa solo rabbia ascoltare, invece, i presidenti che già pensano a come chiedere sussidi al Governo dopo che per anni hanno usufruito di benefici che nessuna azienda ha potuto avere nella sua storia (ricordate lo spalmadebiti, vero?).

Sarebbe quanto meno inopportuno che, tranne qualche logica defiscalizzazione vengano dati fondi alla massima serie, lasciando magari nel fango per non dire peggio le altre categorie, quelle sì che rischiano grosso.

Il calcio governato dagli alieni ha da molto tempo gonfiato i bilanci, creando una bolla speculativa che oggi sta per esplodere. Per questo il terrore economica sovrasta anche la più elementare empatia verso il mondo fuori, verso quei morti trasportati in altre regioni perché non c'è più spazio negli obitori e nei cimiteri di alcune zone.

Che si vada verso una sospensione totale del torneo è da tempo affermato con forza su queste pagine, non per supposizione ma perché fin dai primi giorni le fonti governative provavano irritazione quando gli si chiedeva qualcosa sul tema: prima la salute, poi il resto e infine si conteranno i danni di tutte le attività e si cercherà di porre rimedio. Il calciodeve rispettare le leggi che tuti sono chiamati a osservare, nessuno sconto altrimenti passerebbe un messaggio sbagliato sotto tutti i profili. ecco spiegate le parole del ministro Spadafora che ha annunciato nessun allenamento fino a dopo Pasqua (quando presumibilmente qualche allentamento verrà concesso), ma anche nessuna partita fino a emergenza finita. Il che non significa giocare da agosto il nuovo torneo, a decidere quando si potrà farlo sarà il virus che rimane ancora ignoto per molti versi, con il caldo che non è detto che possa aiutare anche se è auspicato.

La Serie A deve prima di tutto rivedere gli ingaggi, come fatto dalla Juve anche per rispetto a tutti quelli che il lavoro lo stanno perdendo o lo perderanno. I club non possono chiedere aiuti sostanziosi, avendo accumulato più del dovuto per anni e spesso anche eluso le tasse con giochetti delle scatole cinesi che tuti conoscono e la colpa è stata non legiferare per impedirlo.

Una volta fatto questo si penserà al resto, con la grande domanda del perché nessuno abbia inserito una norma "salvavita" per sapere già come comportarsi in un caso come questo. D'accordo che è raro, ma imprevedibile no, per cui se oggi il pallone è nel pallone è anche per la miopia di chi lo ha governato.

Poi i club inizino a pensare che il mondo cambierà: la globalizzazione  selvaggia, che li ha arricchiti oltre misura. Sarà drasticamente ridotta. Un contagio di ritorno sarebbe la fine per cui dalle merci alle persone tutti dovranno no per molto tempo rispettare regole ferree, che avranno ripercussioni sul mercato del calcio. Come pensare di comprare giocatori africani, dove la pandemia sta esplodendo senza potere arginare, senza pensare a cosa succederebbe dopo i viaggi di andata e ritorno degli stessi o dei loro cari?

I soldi saranno me no, basta pensare a super offerte o sopravvalutazioni. Non esisterà un mercato faraonico, ma si dovrà anzi ripensare molto a vivai e mercato nazionale. Con  le frontiere che rimarranno chiuse per molto tempo e con l'Europa che si sta sgretolando non è detto che anche il famoso trattato di Maastricht venga rivisto, se non peggio. Sponsor, tv dovranno fare i conti con  un pubblico più povero: fornire lo stesso prodotto più modesto agli stessi prezzi di oggi sarebbe impossibile.

Ecco, questi e altri temi vanno affrontati. Il tempo c'è, tanto giocare appare impossibile e semmai dovrebbe avvenire sarebbe una farsa, tanto varrebbe lanciare la monetine per vedere chi deve vincere lo scudetto o retrocedere.

Il mondo non sarà più quello di prima, il calcio tanto meno e forse non sarà un male. Che ritorni più a misura di tifoso, più a misura sociale ritrovando la sua essenza di simbolo e non di prodotto commerciale. Altrimenti ai danni dovuto alla crisi di adesso si dovranno aggiungere gare quelli d'immagine per avidità che oggi i capi del pallone ostentano quasi orgogliosi.

 

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