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L’Udinese è come il suo allenatore, inesistente. Così non si può continuare

Paurosa, come il suo allenatore, senza idee, come il suo allenatore, confusa, come il suo allenatore, inesistente, come il suo allenatore

Paolo Minotti

Impossibile pensare di continuare così. L'Udinese vista a Roma, in realtà non si è vista affatto, è stata la più disarmante di queste sei partite di campionato, in quanto ci si aspettava almeno una reazione a livello caratteriale, al di là del risultato che si poteva anche immaginare. Paurosa, come il suo allenatore, senza idee, come il suo allenatore, confusa, come il suo allenatore, inesistente, come il suo allenatore. Delneri decide di dare un turno di riposo a Scuffet, lo scopriremo solo sabato prossimo se sarà uno, ma come era comprensibile, le cause non erano solo del portierone di Remanzacco, sul quale si sta ancora una volta sbagliando la gestione, con il rischio questa volta di bruciarlo per davvero. Non si capisce perché il portiere debba pagare per tutti mentre un attaccante che sbaglia un gol no. Maxi Lopez già mercoledì ne aveva sbagliato uno davanti a Sirigu, con la Roma ne ha sbagliato un altro incespicandosi sul pallone. Non si capisce ancora come ci possa essere qualcuno che creda veramente che l'argentino possa fare 10 gol.

Non si capisce come ad inizio ripresa ci si possa presentare con un 3-5-1-1, di guidoliniana memoria lasciando in avanti l'unica boa di nome e di fatto, a meno che non ci si stia preparando ad un ritorno del mister di Castelfranco. Non si capisce perché Samir, in chiara difficoltà a sinistra da inizio campionato, non venga impiegato centrale. Non si capisce se sia il caso di dare la possibilità a Delneri di rifarsi contro la Sampdoria sabato prossimo o di rischiare di metterlo alla gogna davanti alla propria gente, perché in queste condizioni, i blucerchiati di Zapata e Quagliarella mettono già paura. No, forse non è il caso.

Le colpe sono di tutti, società, allenatore e squadra, una cosa è certa però, l'Udinese è come il suo allenatore, inesistente, e così non si può continuare.

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