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¿Ma che ne sanno i 2000?

NAPLES, ITALY - JANUARY 15:  Albano Bizzarri of Pescara calcio in action during the Serie A match between SSC Napoli and Pescara Calcio at Stadio San Paolo on January 15, 2017 in Naples, Italy.  (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Della Champions con il Real a inizio millennio, apice di una carriera che oggi conduce Albano Bizzarri a giocare sotto l’arco dei Rizzi

Redazione

Nell’estate 2000 l’addio dell’Italia alla lira. L’ultima banconota, quella da 5.000 lire, viene stampata il 28 luglio; poi strada libera alla nuova moneta e agli euroconvertitori dell’allor Presidente del consiglio Berlusconi. L’Expo non è a Milano, ma prende il via il 1° giugno ad Hannover. La Lazio ancora festeggia per il secondo Scudetto della sua storia, mentre il 2 luglio Trezeguet strappa agli Azzurri la finale europea. Sidney 2000, la Gmg a Roma. I residui dell’ottava Champions conquistata dal Real Madrid a Parigi.

Tra i ricordi di inizio millennio sviscerati in poche nostalgiche righe, le emozioni di un neo-bianconero co-autore di un successo galactico. In panchina nella finale vinta 3-0 contro il Valencia, Albano Benjamín Bizzarri – nuovo portiere dell’Udinese nonché prima pedina aggiunta allo scacchiere di mister Gigi Delneri in questa finestra di mercato estiva – si laurea campione d’Europa regalandosi così, a soli 22 anni, il miglior risultato della sua poi longeva carriera.

Nella notte dello Stade de France – come avvenuto per quasi tutta la durata del torneo – Vicente del Bosque preferisce all’argentino un giovane Iker Casillas, schierando davanti al classe ’81 la potenza stellare di un club inarrestabile. Almeno in Europa, dove il Valencia di Hector Cuper soccombe senza colpo ferire sotto i lampi di Fernando Morientes (39’), Steve McManaman (67’) e infine Raul (75’). In porta e là davanti le leggende della Roja, accompagnate in questo successo da giganti del medesimo calibro. Roberto Carlos e Nicolas Anelka infatti son solo due dei commilitoni usciti vincitori dalla campagna continentale insieme a quello che, per la prossima stagione, andrà ad affiancarsi a elementi la cui caratura è ancora tutta da dimostrare. Non più Helguera e Redondo ma Felipe, Jankto e De Paul. Storia del calcio moderno da un lato, dall’altro chi la storia – seppure al momento circoscritta ai confini friulani – vuol scriverla portando l’Udinese ai successi da sempre sognati. Un passaggio, quello di Bizzarri, ammorbidito da una trafila in cui l’estremo difensore nativo di Etruria, dopo l’addio al Madrid nella stessa estate 2000, ha vestito le maglie di squadre di piccola e media grandezza: dai sei anni al Real Valladolid fino alla scorsa stagione in quel di Pescara. In mezzo il Catania, la Lazio, ma anche il Genoa e il Chievo Verona.

Cresciuto nel Racing Club di Avellaneda, Bizzarri arriva a Udine con un curriculum da numero uno, fra i pali e all’interno dello spogliatoio. Esperienze come quella vissuta al Real, infatti, non possono che formare un giocatore in grado di reggere alle pressioni e sostenere col suo carattere, un portiere seconda scelta ma pur sempre – ex – campione d’Europa.

"Simone Narduzzi

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