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Primo non prenderle. Potrebbe funzionare

L'Udinese non può permettersi di provare a giocare sullo stesso piano dei biancocelesti, la differenza è evidente

Paolo Minotti

La Lazio? In tutta sincerità una squadra che sembra essere fuori dalla portata dell'Udinese. Lo dicono i numeri, terza in classifica a pari merito con la Juve, terzo miglior attacco del campionato, nove vittorie, un solo pareggio alla prima giornata con la Spal, una sola sconfitta contro il Napoli, e poi Ciro Immobile, capocannoniere del campionato con 14 gol in 11 partite. Ma soprattutto una squadra che ha una sua identità di gioco e sa quello che vuole.

L'Udinese non può permettersi di provare a giocare sullo stesso piano dei biancocelesti, la differenza è evidente, quello che può fare è provare a gabbarli. Vecchi maestri di calcio riuscivano a strappare punti alle squadre più forti attraverso la furbizia, la grinta, il sacrificio dei propri giocatori, la qualità di alcuni e la fortuna.

Quello che devono fare i bianconeri di Delneri è più o meno la stessa cosa, riconoscere la superiorità della Lazio, trovare le soluzioni per imbrigliarla, fare una partita di attenzione e carattere e se capita l'occasione colpire con i giocatori migliori a disposizione.

I tempi in cui l'Udinese dava spettacolo in casa come fuori sono passati da diversi anni ormai, anzi le sconfitte interne rischiano di diventare pari a quelle esterne, ma nonostante questo alcune piccole soddisfazioni sono arrivate ugualmente, come la vittoria allo Juventus Stadium con Colantuono o quella a San Siro contro il Milan con Iachini, tutte e due costruite partendo dallo stesso canovaccio, primo non prenderle. Chissà, forse anche domenica all'Olimpico contro la Lazio potrebbe funzionare.

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