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Sassuolo, la reginetta che vuole diventare grande

Domenica al Mapei Stadium arriverà l'Udinese e allora ecco che i paragoni ed i confronti tra le due squadre si sprecheranno a tutti i livelli, societari, progettuali, economici, ma anche storici.

Paolo Minotti

Diciassettesima il primo anno, dodicesima il secondo, sesta il terzo, con annessa storica qualificazione ai preliminari dell'Europa League.

La scalata all'Europa e ai piani alti della classifica del Sasol di Di Francesco e del presidente Squinzi è sotto gli occhi di tutti.

Dopo l'incredibile ultima stagione record che ha fruttato ben 61 punti, i neroverdi hanno deciso di fare sul serio anche nella competizione continentale, eliminando il Lucerna e la Stella Rossa nei due turni preliminari e rifilando tre pappine agli spagnoli dell'Atletico Bilbao nella prima partita della fase a gironi, meritandosi di diritto il titolo di reginetta delle provinciali e squadra simpatia.

Merito di un progetto che ha visto la scelta di puntare su una rosa di giocatori italiani, dei quali molti giovani, completata da pochi stranieri, quest'anno solamente quattro, lo spagnolo Lirola, l'olandese Letschert, il ghanese Duncan ed il francese Defrel.

Ma soprattutto merito di un allenatore, Eusebio Di Francesco.

Il mister pescarese ha saputo trasmettere la voglia di vincere divertendosi, grazie anche ad un modulo, il 4-3-3, che favorisce lo spettacolo e le azioni d'attacco, curando però molto bene anche la fase difensiva.

Domenica al Mapei Stadium arriverà l'Udinese e allora ecco che i paragoni ed i confronti tra le due squadre si sprecheranno a tutti i livelli, societari, progettuali, economici, ma anche storici.

E allora una cosa è certa, prima di considerare grande il Sassuolo, aspettiamo faccia 23 anni consecutivi in serie A e collezioni una lunga serie di qualificazioni europee, al resto ci pensi " baretute " Iachini e i suoi santini. Poi se è uno tra De Paul, Zapata o Perica, meglio.

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