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Udinese, i numeri che preoccupano

Redazione

L'attacco stenta, i gol non arrivano e all'orizzonte per l'Udinese c'è un ciclo di ferro: ma l'obbligo per l'Udinese è girare all'andata almeno a 18 punti....

Ci sono numeri che spiegano meglio di tante parole la situazione annosa dell'Udinese. Dopo l'addio di Di Natale, ma anche quando il Capitano aveva smesso di segnare oltre i 10 gol a stagione, l'attacco è diventato (assieme alle distrazioni difensive) il tallone d'Achille di questa squadra. Hai voglia a parlare di moduli, se come capocannoniere è un trequartista come De Paul che di reti finora ne ha segnate 5, un motivo c'è. E l'argentino, statistiche sempre alla mano, difficilmente andrà oltre la doppia cifra.

Si attende Lasagna, che però pare chiuso proprio dal compagno, che ha più possibilità di movimento, con l'azzurro che fatica  trovare collocazione, ma soprattutto riceve po hi palloni. L'anno scorso più o meno, con tecnici diversi, si parlava della stessa cosa. Ma allora c'erano un Jankto e un Barak che sopperivano alle carenze, che peraltro sono comunque emerse con prepotenza.

Ma almeno nell'andata i punti si son o fatti ehm nonostante le un dici sconfitte costate care a Oddo, alla fine la pagnotta salvezza è stata portata faticosamente a casa. Oggi i numeri dicono che mancano i gol delle punte, e che i punti sono troppo pochi a questo punto del campionato per mantenere ere una media che proietti la squadra alla fatidica quota quaranta. Già due scontri diretti persi (Empoli e Bologna), ma soprattutto quella cronica difficoltà a cercare il fondo sulle fasce (sia con la difesa  quattro, sia con quella a tre),  e la ancora più cronica difficoltà a concretizzare. Due reti per Lasagna e Pussetto, una per Fofana oltre ai citati di De Paul confermano che ogni rete in Serie A vale più o meno un punto.

Nicola oggi deve porre rimedio a questo, ma nessuno die suoi predecessori ci è riuscito. Sarà mica che la squadra è stata costruita male, con tanti doppioni e  giocatori che hanno un posto più fisso di altri? Il dubbio dopo tante stagioni no sorge spontaneo. Ora la Roma, poi Sassuolo Atalanta e Inter diranno se la crisi è davvero preoccupante, oppure la speranza di chiudere almeno a 18 punti l'andata c'è. Se così non fosse sarebbe da sperare, come già accaduto, in disgrazie altrui, ma a quel punto la società deve smettere di cercare colpe in panchina o altrove e comprendere che gli errori di mercato si pagano cari e che, terminate le comproprietà, è venuta meno la forza dell'Udinese.