rubriche editoriali 2

Volete farci perdere la passione?

Ce la state mettendo proprio tutta a farcela perdere

Paolo Minotti

Ce la state mettendo proprio tutta a farcela perdere. Di fronte all'ennesimo spettacolo mostruoso messo in scena allo Stadio Friuli dalla triste banda bianconera contro il Cagliari, i tifosi sono rimasti incollati al proprio posto fino al 96esimo minuto, invece di abbandonare gli spalti come avrebbero fatto nella stragrande maggioranza i sostenitori di altre squadre. Quanta pazienza, quanto attaccamento, quanto cuore hanno i tifosi friulani. A parte qualche coro contro Gino Pozzo e la richiesta di tirare fuori gli attributi, hanno continuato a sostenere la squadra fino alla fine, nella speranza arrivasse il miracolo, il pareggio, quando invece doveva essere una partita da vincere.

Questa squadra in realtà, società compresa ovviamente, l'unica cosa che probabilmente si meriterebbe è uno stadio completamente vuoto e poco contano le frasi di circostanza “abbiamo bisogno dei nostri tifosi”, “bisogna stare uniti” e bla bla le solite parole buttate al vento, i tifosi sono stufi, avviliti, impotenti di fronte ad una situazione irrimediabile da quattro anni.

Esagerati? No. Se non si torna rapidamente alle nostre tradizioni, se non si riparte con un progetto valido, se non si ricostruisce una base solida di italiani all'interno del gruppo, se non si creano i presupposti per indossare con dignità la maglia dell'Udinese, il rischio di retrocedere è reale.

Il vero problema è il distacco, la distanza che c'è tra la proprietà e la squadra, tra la proprietà e i tifosi, credere di risolvere i problemi stando a chilometri di distanza ed averne per giunta la presunzione di averlo fatto. C'è una grande scritta che campeggia sotto l'arco della tribuna “la passione è la nostra forza”, ripetuta anche in friulano, ma a quanto pare è quello che con grande impegno state tentando di farci perdere. Ma per fortuna vostra, siamo sempre qui.

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