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Quando Bierhoff piegò la stellare Juve di Lippi.

Ci sono delle vittorie che rimangono immemori nel cuore e nelle menti dei tifosi. Contro la Juventus, per l’Udinese, spesso sono state bastonate crude, cocenti delusioni anche figlie di qualche decisione arbitrale avversa, tanto per rimanere...

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"Ci sono delle vittorie che rimangono immemori nel cuore e nelle menti dei tifosi. Contro la Juventus, per l'Udinese, spesso sono state bastonate crude, cocenti delusioni anche figlie di qualche decisione arbitrale avversa, tanto per rimanere in tema con i tempi moderni. Possiamo ricordare il gol di Bierhoff non visto da Cesari in un Juventus Udinese 4 1 del Novembre 1997. Episodio forse emblematico del trattamento di favore che la vecchia madama ha sempre potuto beneficiare ogniqualvolta affrontava squadre di rango inferiore, Udinese inclusa.

"Poche gioie quindi, ma appunto per questo molto più godibili.

"Il mese è sempre quello di Novembre, di due anni prima però, anno del signore 1995, sempre Bierhoff protagonista. Stavolta la sua rete venne convalidata, e la piccola Udinese di Zaccheroni, che da pochi mesi si era riaffacciata nella massima serie, riuscì a piegare una Juve stellare, quella Di Marcello Lippi, fresca di scudetto cucito sul pezzo, vinto a Maggio di quell'anno (il 23.mo per la precisione);

"Juve che in seguito, qualche mese dopo si sarebbe laureata campione d'Europa battendo l'Ajax in quella palpitante finale di Roma (22 Maggio 1996). Insomma, uno squadrone!

"Soddisfazione doppia quindi, per gli uomini di Zaccheroni, tripla, considerando che negli anni a seguire sarebbero state ben poche le gioie per i colori friulani, le volte che avrebbero poi incrociato quelli della vecchia signora.

"La squadra di Zaccheroni, era un piccolo giocattolino che si andava plasmando. Un 442 scolastico ed efficace, composto da una linea difensiva che annoverava da destra a sinistra : Helveg Calori Bia e Sergio, una mediana composta da Ametrano Rossitto Desideri e Kozminski; e in attacco la coppia formata da Bierhoff e Francesco Marino, che quell'anno ebbe poche chance per mettersi in mostra, visto l'ottimo rendimento di Paolino Poggi, ma quella contro la juve fu gloriosa e indimenticabile.

"A difendere la porta dell'Udinese, allora c'era Graziano Battistini.

"La Juve, dal suo canto, ostentava il tridente delle meraviglie: Vialli Ravanelli e Del Piero.

"Un tridente che al solo scorrere i nomi faceva tremare le gambe di tutti i difensori. Non tremarono quelle di Calori e Bia, coadiuvati dalle diagonali difensive precise e puntuali di Sergio e Helveg, e grazie ai rientri di un inesauribile Rossitto, cuore e polmoni, in grado di offrire il suo poderoso contributo anche sulla linea difensiva.

"La Juve aveva tanta qualità anche in mezzo: Paulo Sousa, vero metronomo bianconero, faceva quello che oggi fa Pirlo, l'incantatore di serpenti in mezzo al campo, il giovane Tacchinardi faceva legna in mezzo , mentre Deschamps garantiva inserimenti di qualità nella zona tra centrocampo e attacco, con Desideri pronto a chiudergli la porta.

"Lippi giocava con una difesa a tre (Torricelli Ferrara e Pessotto), ma con Carrera dietro a loro a fare da elastico ( a quel tempo si chiamava ancora libero).

"Fu una gara in cui il possesso palla fu appannaggio degli juventini, e non poteva essere altrimenti, anche a cospetto di una squadra, l'Udinese, che in casa riusciva comunque spesso e volentieri a comandare il gioco anche contro squadre blasonate, anche a costo poi di essere bastonata (un fulgido esempio di quella stagione fu lo 0 2 casalingo con il Milan).

"Partita di sofferenza, con Marino che fu una zanzara fastidiosissima, messa a ridosso di Carrera che faceva ripartire l'azione, mentre Bierhoff era sempre pronto a tenere alto il baricentro, arpionando i lanci di Desideri, o i cross dalle fasce, ben presidiate da Ametrano e Kozminski.

"Il gol risolutore, si sviluppò al termine di una mischia in area, laddove Rossitto intercettò un pallone, calciandolo in maniera sporca con il destro, trovando una blanda opposizione da parte di alcuni difensori avversari, finchè la palla lemme lemme giunse sui piedi di Oliver Bierhoff, che a quei tempi non perdonava, anzi castigava, il quale di sinistro da sottomisura sancì il gol vittoria al 28' del primo tempo.

"Fu gloria vera.

"Orde di tifosi juventini, che come al solito gremivano gli spalti del Friuli (come sempre in queste occasioni) zittiti dalla matricola Udinese, mentre l'urlo della Nord appariva caldo ma ovattato, sotto l'assordante silenzio nemico, presente quasi in maggioranza allo stadio.

"Quella vittoria permise alla squadra di Zaccheroni di stagliarsi al sesto posto momentaneo in classifica con ben 15 punti, un risultato davvero eccezionale per una neopromossa.

"Forse fu proprio quel risultato, a far balenare nella testa del tecnico Zaccheroni, l'idea che da quel progetto da neopromossa, poteva svilupparsi un viatico vincente e glorioso, come poi si sarebbe verificato.

"©Mondoudinese

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