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L’avversario di turno: il Sassuolo

La squadra di De Zerbi ha a tratti stupito nel corso di questa stagione per la qualità del proprio gioco ma, allo stesso tempo, ha attraversato qualche momento buio

Redazione

Un miniciclo di tre gare in sette giorni che culmina con l'impegno contro il Sassuolo alla Dacia Arena.

Una settimana impegnativa con la doppia trasferta romana per l'Udinese, vogliosa, comunque, di regalarsi una Pasqua serena in termini di classifica.

Attenzione a un Sassuolo assolutamente imprevedibile ma, sicuramente, mai banale o noioso da veder giocare.

La squadra di De Zerbi ha a tratti stupito nel corso di questa stagione per la qualità del proprio gioco ma, allo stesso tempo, ha attraversato qualche momento buio in cui ha del tutto staccato la spina incassando brutte sconfitte in termini di punteggio. Basti pensare ai sei gol subiti in casa dall'Atalanta o ai cinque presi dalla Samp sempre al Mapei, senza tralasciare i brutti ko di Empoli (3-0) e Bologna, con gol di Destro al sesto minuto di recupero per il 2-1 finale.

A fare da contraltare, le belle prove fornite contro Inter e Napoli, da cui i neroverdi hanno ricavato due punti, e la netta vittoria per 4-0 contro il Chievo. Ecco, proprio quella contro i clivensi, però, è stata l'unica affermazione colta dal Sassuolo negli ultimi tre mesi, in cui il rendimento della truppa di De Zerbi è decisamente calato dopo un girone d'andata che aveva schiuso le porte, addirittura, a pensieri europei.

In generale, infatti, gli emiliani hanno vinto solo due volte nel nuovo anno ed entrambe in casa, come evidenzia il 3-0 al Cagliari del 26 gennaio scorso.

In trasferta il ruolino di marcia recente dice due punti nelle ultime cinque uscite: nell'ultima, però, la squadra di De Zerbi è andata ad un passo dal fare bottino pieno all'Olimpico contro la Lazio, quando solo un gol di Lulic all'ultimo respiro le ha strozzato l'urlo in gola. Attenzione, dunque, a una compagine sbarazzina e capace di giocare in modo arioso e spensierato su tutti i campi, forte anche di una situazione di classifica abbastanza tranquilla. Da un punto di vista tattico, De Zerbi ha spesso e volentieri cambiato pelle ai suoi, alternando la difesa a 3 e a 4 ma senza mai derogare dai tre attaccanti: 3-4-3 o 4-3-3 insomma. L'input è quello che il tecnico bresciano aveva cercato di dare già lo scorso anno ad un Benevento praticamente spacciato ma mai rinunciatario sotto la sua gestione, come proprio l'Udinese può ricordare visto il 3-3 alla prima di Tudor nella scorsa stagione. I gol e lo spettacolo, dunque, non sono certo mancati, nel bene e nel male, nella stagione del Sassuolo: lo score, infatti, parla di ben 46 reti messe a referto con il miglior attacco delle squadre della metà destra della classifica, il settimo del torneo al pari di Milan e Fiorentina. Occhio, dunque, alla pericolosità offensiva di una squadra, però, spesso fragile difensivamente. Il dato, in tal senso, è incontrovertibile: 51 gol subiti, solo Chievo, Frosinone ed Empoli hanno fatto peggio. Far male a questo Sassuolo, dunque, è assolutamente possibile.

In porta c'è sempre l'esperto Consigli, in difesa Lirola è stato sin qui il padrone della fascia destra, in mezzo si è fatto largo il turco Demiral, capace di segnare una doppietta al Chievo, al suo fianco Ferrari, altro elemento molto pericoloso sulle palle inattive con tre gol a referto, si vede insidiato dall'esperto Peluso, comunque in predicato di esser impiegato in caso di difesa a 3.

A sinistra il brasiliano scuola Juve Rogerio. In mediana le chiavi sono affidate al talento di Sensi, in grado di dettare i tempi di gioco anche se schierato come mezzala destra “alla Xavi” in caso di presenza del capitano Magnanelli; l'ultimo posto a disposizione in mezzo se lo giocano Locatelli e Bourabia. Nel tridente d'attacco l'unico certo del posto è Berardi (sei reti) , elemento dal talento cristallino ma anche quest'anno troppo a corrente alternata. Da lui, comunque, De Zerbi non prescinde. Sulla sinistra sono diverse le possibilità anche se, nelle ultime gare, Boga pare aver guadagnato posizioni nelle gerarchie rispetto a Djuricic e Di Francesco. Il ruolo di prima punta non ha mai avuto un padrone nell'arco della stagione: Babacar, infatti, nonostante i sette gol, non ha trovato continuità di impiego e rendimento, insidiato anche, in questa fase del campionato, da Matri.

FONTE udinese.it

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