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Bentornata Udinese!

Quella sulla Juventus è una vittoria da incorniciare, con buona pace della capolista che era già pronta a festeggiare a Udine il nono scudetto di fila. L'Udinese ci ha creduto ed è cresciuta in partita dando del tu alla Vecchia Signora

Redazione

Quella sulla Juventus è una vittoria da incorniciare, con buona pace della capolista che era già pronta a festeggiare a Udine il nono scudetto di fila. Negli spogliatoi la festa bianconera c'è stata, ma non era quella dei piemontesi, era quella dell'Udinese, di un'altra Udinese: quella sgangherata e che non centrava la porta neanche a ingrandirla, portatrice del peggiore attacco della Serie A dopo la Spal, ieri era solo nei ricordi di una stagione vissuta nella sofferenza, piena di errori grossolani a cui non sempre il salvatore Musso ha potuto mettere una pezza. Dopo la paura, ora la salvezza è veramente ad un passo.

Centrocampo rattoppato, forfait di Lasagna all'ultimo minuto, statistiche terribili (l'ultima sconfitta della Juventus al Friuli risale a 10 anni fa nell'era di Di Natale e Sanchez), insomma un'impresa disperata per Gotti costretto a mettere De Paul davanti alla difesa.

Ora, che sia demerito della Juve o bravura dell'Udinese è un discorso abbastanza sterile perché la vittoria non è arrivata per caso o da singoli episodi.L'Udinese ci ha creduto ed è cresciuta in partita dando del tu alla Vecchia Signora. Sorprendente non è solo il risultato o la prestazione, ma l'atteggiamento mentale della squadra che ha voluto giocare alla pari, anche quando la rosa avversaria vale sei volte più della tua. Dopo il gol di De Ligt alzi la mano chi non ha pensato "ecco, ora ne prenderemo altri quattro". E invece ci ha creduto Sema con un delizioso assist per Nestorovski, ci ha creduto l'ex Palermo con il bel tuffo di testa, ci ha creduto De Paul che si è sacrificato e ha messo il suo talento a disposizione della squadra, tra l'altro destreggiandosi perfettamente, ci ha creduto Fofana con la sua galoppata in solitaria che ha bruciato la difesa juventina. E' quella che si dice una vittoria di gruppo, uscito dal lockdown con una personalità rimaneggiata. Certo, l'Udinese ci ha sempre abituati a prestazioni altalenanti, a oscillazioni tra gioie e dolori, continueremo a commettere errori o ad essere a tratti imbarazzanti. Dovremo soffrire ancora, non illudiamoci, e i pezzi pregiati sono destinati ad andare via: anno nuovo squadra nuova da ricostruire, ora tocca al Ds Marino fare la sua partita.

 

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