Capitalizzare l’oro di coppa per scacciare i fantasmi

"Cos'ha detto la rotonda affermazione in Coppa Italia sul Bologna? Che sì, volendo l'Udinese può. Può, ovvero, vincere convincendo, mantenendo alta la concentrazione per tutti i 90 minuti e non solo in pezzi del match, con la possibilità di mettere in mostra - a tratti, questo sì - un calcio che non dispiace.

"Ora, detto delle particolarità della sfida di mercoledì (su tutte l'abbondante ricorso alle seconde linee da parte di Mihajlovic), la gara coi rossoblu si spera abbia insegnato qualcosa alla squadra di Gotti. Cosa? Innanzitutto a metterci una componente, sempre e comunque: impegno. Da coniugare con voglia e passione. Quella che hanno i tifosi, la stessa che si meritano i tifosi.

"Capitalizzare l'oro di coppa per scacciare i fantasmi: questo dev'essere il mantra dei bianconeri in vista della delicata partita col Napoli. Quella che si presenterà al Friuli sabato pomeriggio non è una squadra sull'orlo di una crisi di nervi: è un club - termine che comprende ogni sua componente - immerso da tempo in una crisi di nervi. Paradossale, probabilmente senza precedenti - almeno a livello di diffusione mediatica. Da sfruttare, perciò, per un'Udinese che è ancora immersa in un periodo buio.

"Si faccia attenzione, però. Delle ultime tre partite il Napoli ne ha persa una e pareggiate due, entrambe per 1-1, a San Siro contro il Milan e a Liverpool. La sconfitta è arrivata a San Paolo, a cospetto del Bologna. Che significa? Che forse, in questo momento, per i campani è meglio stare lontani da Napoli.

"Agli elementi concettuali si aggiungano quelli tecnici. Mandragora nella posizione di regista - gol a parte - è piaciuto, lo stesso vale per il ritrovato Fofana, in egual misura in cui Lasagna si è sbattuto come un ossesso per la squadra e per sé. Buone notizie per Gotti, chiamato a far fruttare il poker calato sulle riserve del Bologna: se ci riuscirà avrà dato un senso al match di coppa, altrimenti destinato a rimanere una parentesi. Ci si augura, è ovvio, che non sia così.

"Massimo Pighin

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