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Colantuono, a Genova gara chiave. Giaretta: “Voglio tanta cattiveria in più”

La società sembra voler dare fiducia a Colantuono, ma non è incondizionata. A Genova serve una prestazione con punti, senza se e senza ma. Cambiare a febbraio non è la volontà di Pozzo, che non avrebbe nemmeno molte alternative. L'unica voce...

Monica Valendino

La partita tra Genoa e Udinese a Marassi per Stefano Colantuono potrebbe costare cara se la sua squadra non esce con un risultato positivo. La pazienza di Paròn Pozzo, come detto, non è infinita e non sarebbe piaciuto nemmeno molto la gestione del 'Caso Grozny'.

Insomma è una settimana calda per l'allenatore e il nervosismo in casa Udinese c'è eccome. Il Ds Cristiano Giaretta tenta di fare il pompiere giustamente, e a Il Gazzettino spiega che «Abbiamo parlato ai ragazzi mandando loro dei messaggi positivi e propositivi. I momenti di difficoltà nella vita esistono, adesso ne stiamo attraversando uno che ci mette a dura prova. Ma guardando i ragazzi vedo che hanno tutti la voglia e le caratteristiche per uscire dalla bassa classifica. Siamo ancora a cinque punti dal Frosinone, ma è un margine che non ci deve dare sicurezza. A Genova voglio tanta cattiveria in più».

Infatti se l'Udinese riesce a mettere dentro il giusto agonismo strappando almeno un punto la società continuerebbe a dare fiducia anche al tecnico. La volontà, ribadiamo, è quella di continuare con Colantuono, scelto fortemente solo pochi mesi fa. A giugno poi si tirerebbero le somme.

Oggi cambiare rischierebbe di essere un ulteriore salto nel buio: lo spogliatoio bianconero, eterogeneo, con pochi senatori e per di più senza una base solida italiana, non è facile da gestire. Ambizioni, individualismi sono la logica conseguenza. Ma di certo se Colantuono non dimostra di avere il polso dei suoi ottenendo una sterzata, sarebbe lui a pagare anche per cercare quella svolta necessaria per arrivare alla salvezza. Che non è lontana: con 36 punti non ci dovrebbero essere problemi, ne menavano nove. Ecco perché cambiare ora non è nei piani societari. Ma non  è nei piani nemmeno soffrire fino all'ultimo, specie dopo che a gennaio si sono regalati al tecnico quei giocatori che voleva.

Genova è dunque il crocevia. Ha due risultati su tre per tenersi la panchina, ma soprattutto serve la prestazione. Completa, non episodica e senza se o ma.  La fiducia c'è, ma va meritata.

Le alternative? L'unica voce credibile porta a Joahn Walem, oramai ex allenatore del Kortrijk: conosce l'ambiente friulano avendo allenato prima gli Allievi Nazionale e poi la Primavera tra il 2010 e il 2012. Ma sarebbe davvero un'altra sconfitta dover accettare il fatto che l'unica soluzione per uscire dalla crisi bianconera è il cambio del tecnico.

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