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Da Roma: Pozzo, lascia stare Sensi. Però quei Rolex…

Udinese-Roma non è di certo finita al novantesimo. Anzi, dopo le giuste considerazioni di Pozzo, nella Capitale si scatena l’ira. L’editoriale del sito ‘ForzaRoma.info’ è questo. A voi lettori il giudizio: Il signor (?)...

Monica Valendino

Udinese-Roma non è di certo finita al novantesimo. Anzi, dopo le giuste considerazioni di Pozzo, nella Capitale si scatena l'ira. L'editoriale del sito 'ForzaRoma.info' è questo. A voi lettori il giudizio:

Il signor (?) Pozzo con voce bassa e melliflua, se l’è presa con Garcia e Sensi, rappresentanti di una romanitá calcistica che non apprezza.Garcia, se vorrá, potrá rispondergli quando e come vuole. Una polemica in più o in meno non cambierá la sua vita o la sua carriera.

Ma Franco Sensi non può rispondergli: non c’è più. Prendersela con un uomo che ormai siede tra le nuvole è una scelta che ci lascia senza parole, oppure ce ne lascia troppe, ma non vogliamo scendere sullo stesso terreno di Pozzo.

Gli ricordiamo solo che è vero, Sensi chiese e ottenne due designatori. Ma per un motivo preciso: non si fidava di quello che c’era. I due si sarebbero marcati a vicenda. Erano tempi difficili da vivere, Sensi parlò chiaramente di un’associazione per delinquere. Sensi, insomma, difese sì la Roma, ma anche tutto il calcio italiano che, non a caso, gli si strinse attorno. Era il portabandiera di una rivolta popolare, non il losco rappresentante di una setta segreta alla ricerca del potere arbitrale. Una battaglia di libertá.

Pozzo dice anche, con lo stesso tono suadente, di non vivere con il calcio. Gli crediamo, ci mancherebbe altro. Al contrario di quanti fanno notare che in realtá lui non ha un club, ma tre, gli altri due in Inghilterra e Spagna e lo dicono, i suoi detrattori, dandosi di gomito. Di sicuro uno che colleziona societá, con il pallone non ci rimette. Sensi, che non doveva permettersi di sfiorare, con il calcio si giocò patrimonio e vita.

Questo l'articolo: da parte nostra ricordiamo solo un piccolo aneddoto che riguarda la Roma e gli arbitri: qualcuno ricorderà la vicenda dei Rolex.

"Un gesto di normale cortesia". Minimizza la Roma calcio, di fronte alla notizia dei Rolex d'oro da 25 milioni l'uno regalati per Natale ai due designatori arbitrali Pairetto e Bergamo. Eppure la vicenda dei "presenti" natalizi fatti recapitare dai dirigenti giallorossi ai direttori di gara e ai loro vertici rischia di aggiungere veleno al già burrascoso mondo degli arbitri di calcio. E di far precipitare nell'ennesima polemica il presidente romanista Franco Sensi, che proprio alla vigilia di Roma-Milan è stato deferito per i giudizi espressi sulla conduzione della partita Roma-Bari.

"L'acquisto degli oggetti in questione, in uno stock economicamente conveniente tanto da determinare un consistente abbattimento dei costi, è stato regolarmente fatturato con bolla di accompagnamento e fedelmente riportato in bilancio". Ma non solo. La Roma ha replicato affermando di non essere l'unica squadra ad aver omaggiato per il Natale arbitri e designatori. "I regali sono di valore inferiore a quelli inviati da altre società", si legge nella nota dei giallorossi. E così stamattina la Gazzetta dello Sport ha rivelato, per esempio, che quest'anno l'Inter ha donato agli uomini in nero uno stimolatore muscolare per gli allenamenti, del valore minimo di 1.600.000 l'uno. Serve aggiungere altro?

©Mondoudinese

 

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