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"Quell’Udinese è rimasta nel cuore di tutti i tifosi friulani. «Sembravamo nati per giocare assieme - ricorda Delneri - , sia a livello tecnico che caratteriale. Dodici ragazzi sposati che si ritrovavano insieme due volte alla settimana, con le mogli al seguito: oggi sarebbe quasi impensabile. Più che compagni di squadra, eravamo amici di famiglia. Che la domenica andavano a giocare a calcio. L’amicizia facilitava il raggiungimento dei risultati. Quell’Udinese era un’orchestra, magistralmente diretta da Giacomini e da dirigenti capaci come Sanson e Dal Cin. Oggi è molto più complicato creare alchimie così perfette. I giocatori vivono sparpagliati, i gruppi sono eterogenei, con giocatori di tante nazionalità diverse. No, non penso possano ripetersi esperienze analoghe. Come è difficile che nasca un’altra squadra come il mio Chievo. Sono miracoli calcistici».
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