rubriche editoriali 2

Eppur si muove

Monica Valendino

L'Udinese ha convinto contro la Fiorentina, ma tante volte lo si detto. Poi è mancata la continuità....

Perché l'Udinese deve giocare solo quando viene messa sotto pressione? Il pari (convincente) contro la Fiorentina arriva dopo un mini ritiro anticipato, non punitivo ci tengono a far sapere dai piani alti di Piazzale Argentina, ma pur sempre un ritiro. Soprattutto arriva dopo il brutto ko col Chievo che aveva riacceso polemiche e dubbi.

Ma non è un episodio. E da molto tempo, circa due stagioni, che l'andazzo dei bianconeri è questo. Qualche buona partita isolata, che fa seguito a gare da dimenticare. La continuità questa sconosciuta, dunque.

Ora il compito è davvero fare un ulteriore passo avanti. Che non significa solo fare risultato (a volte p relativo), ma soprattutto far capire che si inizia a intravedere un'idea di gioco che quindi fa arrivare una prestazione.

Col Sassuolo, sconfitto a Verona, un banco d'esame per Iachini e i suoi. Inutile girare la frittata su un nuovo anno zero (oramai siamo allo 0,3 almeno) o sui giovani (l'età media in campo non è mai sotto i 22 anni): serve far capire che le prestazioni arrivano anche se non si finisce sulla graticola.

A Reggio Emilia contro una squadra ferita a Verona, servirà trovare motivazioni ed energie fisiche. La formazione vista contro la Fiorentina potrebbe essere ancora cambiata per fare posto nuovamente ad Armero e Thereau.

Anche questo aspetto non è da sottovalutare. Iachini fa bene a utilizzare tutti quando lo ritiene opportuno, ma le scelte diventano più facili se arrivano i risultati, altrimenti la gestione diverrebbe oggetto di ulteriori domande (e non solo).

Ecco perché quella col Sassuolo sarà un crocevia, una sorta di prova di maturità: dimostrare di esserci darebbe un'ulteriore spinta a tutto l'ambiente, cadere nuovamente confermerebbe l'immaturità innata di una Udinese che prima o poi dovrà pur crescere.