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Forza, si guardi avanti con Strama al comando

Sembrano così lontani quei tempi in cui narravamo le gesta della grande Udinese, squadra che negli scorsi anni ben ci abituati al bel gioco e allo spettacolo schierando quei campioni in grado di far strabuzzare gli occhi persino...

Monica Valendino

Sembrano così lontani quei tempi in cui narravamo le gesta della grande Udinese, squadra che negli scorsi anni ben ci abituati al bel gioco e allo spettacolo schierando quei campioni in grado di far strabuzzare gli occhi persino all’appassionato di calcio più esigente. Il presente ci riserva purtroppo ben altro, e la sconfitta di domenica contro il Cesena con annessa prestazione pessima è stata la cosiddetta “goccia che ha fatto traboccare il vaso” con la squadra spedita in ritiro alla ricerca di un anima e di un gioco andati perduti più di qualche partita fa.

L’analisi della partita è già stata abbondantemente fatta e rigirare il coltello nella piaga non ci interessa. Ci interessa invece guardare la classifica, che recita ancora +8 sulla terzultima (il Cagliari), dato che ci consente (almeno per ora) di preparare la prossima sfida senza avere l’acqua alla gola, forse più per demeriti altrui che per meriti nostri. A tal proposito l’ unica nota lieta di domenica è arrivata proprio dal Sant’Elia, dove i sardi hanno perso in casa contro il Verona per 1-2, rendendo, è giusto sottolinearlo, ancor più deleterio quel pareggio casalingo contro i rossoblù per 2-2 giunto peraltro nei minuti finali della sfida. Ma quello è ormai il passato e l’Udinese deve concentrarsi sul presente che questa settimana ha il nome del Torino, forse la squadra più in forma del momento. Stramaccioni contro i granata si gioca una buona fetta di stagione, perché solo la vittoria (che in casa manca da fine ottobre) può dare respiro ad un ambiente diventato negli ultimi giorni piuttosto pesante. Ma come si è arrivati a tutto ciò? E’ davvero Stramaccioni (il nome più citato da forum e giornali) il maggiore responsabile di questa stagione pessima? Dare le colpe ad un singolo è un errore imperdonabile, perché ciò porta a nascondere gli errori, a volte più grossolani, commessi da terzi che restano quindi in secondo piano.

Stramaccioni, in quanto allenatore, finisce inevitabilmente al primo posto sul banco degli imputati. A non convincere è in primis il modulo, un 3-5-2 dall’aroma fortemente guidoliniana che stenta spesso a produrre due palle goal in novanta minuti. Vero è che forse a mancare sono gli interpreti giusti, in primis due esterni adatti (Silva/Pasquale e Widmer non garantiscono attualmente il giusto rendimento) e un regista di centrocampo che sappia far cambiare passo alla manovra, ma la totale assenza di gioco e di idee è un fattore molto preoccupante che va al di là del piazzamento in campo dei giocatori. A stentare è anche l’attacco che oltre a Totò e Thereau non ha alternative, perché i Perica e gli Aguirre, arrivati a Gennaio, non sono ancora pronti per fare la differenza. Vedere Muriel realizzare quell’eurogoal contro l’Atalanta ci lascia più di qualche rimpianto, visto che ben due allenatori (Strama e il Guido) non sono riusciti a valorizzarlo qui a Udine, cosa che invece Mihajlovic, in appena un mese, sembra stia portando avanti con buoni risultati. E che dire dell’atteggiamento messo in campo dalla squadra? Questa è forse la nota più stonata di tutto il contesto, perché oltre alla prestazione piuttosto negativa di Cesena, si è registrata un’arrendevolezza e una mancanza di grinta piuttosto preoccupante che neanche il goal di Rodriguez ha saputo allontanare. Sono segnali preoccupanti perché indicano che un qualcosa, a livello di testa e di concentrazione, non sta funzionando a dovere.

Ben venga il ritiro allora, la decisione migliore che Strama e Stankovic (in accordo con la società) potessero prendere, in un momento chiave della stagione dove solo il contributo di tutti alla causa Udinese può far uscire la squadra da questo momento cupo. Giaretta ha confermato la fiducia in Stramaccioni, ma è chiaro che il tecnico romano dovrà fornire risposte (e punti) nel più breve tempo possibile, perché lo sfogo del Paron Pozzo nel post-Cesena è un messaggio piuttosto chiaro da non sottovalutare. Ora quindi testa al Torino, dove la vittoria è l’unico risultato che conta contro una squadra, quella di Ventura, in grande forma e galvanizzata dalle fantastiche prestazioni europee, in quell’Europa dove fino a qualche stagione fa c’eravamo anche noi, e la cosa non può che lasciarci qualche rimpianto. Al di là dei ricordi, avanti e massima fiducia in Stramaccioni, apparso in questi giorni più che mai deciso a rimettere la squadra in carreggiata, sperando di riprendere quel filotto di inizio campionato che tanto ci aveva fatto sperare in una stagione da protagonisti.

"©Mondoudinese

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