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Muriel: se fossi tornato a Udine sarei finito

La riconoscenza non è mai parte del calcio. Nel caso di Luis Muriel tanto meno. E alla Gazzetta dello Sport si è tolto più di qualche sassolino verso la società che l’ha preso, lanciato, coccolato, pur non avendo mai risposte concrete....

Monica Valendino

La riconoscenza non è mai parte del calcio. Nel caso di Luis Muriel tanto meno. E alla Gazzetta dello Sport si è tolto più di qualche sassolino verso la società che l'ha preso, lanciato, coccolato, pur non avendo mai risposte concrete. Si parte dal peso forma, onestamente criticato da tutti, non solo da Guidolin quando è arrivato dopo Lecce (famosa la battuta d Cosmi sul tema): «Prima non avevo mai avuto problemi del genere. Lui in quel caso sbagliò, mi mise una croce addosso che non meritavo. Arrivai in ritiro con 83 chili, dovevano essere 81. Poi mi misi a posto, ma lui continuava a parlare del mio peso. Ero appena arrivato, un ragazzino, per rispetto non dicevo niente. Ma ho dimostrato coi fatti di stare bene: 11 gol in mezzo campionato».

Con la rete poi però la continuità si è interrotta. 

«Nell’anno degli 11 gol ero più libero. Poi hanno chiesto cose che prima non mi chiedevano, tipo correre dietro a tutti. Quello che aveva fatto, e bene, Alexis Sanchez, solo che io non ho quelle caratteristiche. Così facevo una gran fatica, partivo molto dietro e arrivavo stanco negli ultimi metri».

Insomma, l’avventura di Udine volgeva al termine. 

«Vero. Iniziavo anche a non esserci con la testa, era ora di trovare un ambiente e delle motivazioni nuove per ripartire».

Un mese fa la ricordiamo barricato in un hotel con il presidente Ferrero, la trattativa con la Samp pareva non si chiudesse mai... 

«Io e il mio agente Lucci volevamo a tutti i costi venire a Genova. Se fosse saltato tutto, pensavo che tornando a Udine sarei “finito”, non ce l’avrei fatta più. Ferrero non mi conosceva però mi ha dato subito affetto. Le sue parole sono state una spinta in più. E poi Mihajlovic: dal primo incontro mi ha fatto capire quanto ci teneva a me. Venire da un anno e mezzo in cui non fai bene e trovare un allenatore che ti vuole così per me è stato importantissimo».

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