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Stefania Okaka: “Udinese società splendida. Stefano ne aveva bisogno”

La sorella di Stefano Okaka, Stefania, ha raccontato del suo rapporto con il fratello calciatore ai microfoni ufficiali del club bianconero

Redazione

La sorella dell'attaccante dell'Udinese Stefano Okaka, Stefania, ha raccontato un po' la sua vita e il rapporto con il fratello ai microfoni della società friuliano, dicendo:

Come mai vi chiamate allo stesso modo?

"Un'idea di nostro fratello maggiore Carlo. Pensava che siccome siamo gemelli, maschio e femminia, meritavamo lo stesso nome".

Giocavate a pallavolo insieme tu e Stefano?

"Sì, tutti e tre anche Carlo. Stefano era veramente bravo la giocare a calcio è stata la scelta giusta. Io ho iniziato a 13 anni, tardi, ma sono riuscita a a giocare in Serie B a Vicenza. Purtroppo dopo 17 infortuni ho pensato fosse ora di smettere".

Come hai vissuto gli infortuni?

"Rialzandomi tutte e 17 le volte. Anche se non era mai facile. Ero presente con il corpo ma non con la mente".

Quando hai pensato di smettere?

"Quando ho deciso di guardarmi dentro per capire chi era diventata realmente Stefania. La diciassettesima volta che mi sono ripresa dall'infortunio ho compreso che il mondo della pallavolo non era più il mio mondo".

Cosa pensi che quando eravate piccoli i vostri genitori hanno seguito tuo fratello a Roma e non te a Vicenza?

"A quell'età non badi a certe cose, pensandoci oggi dico che hanno fatto la scelta giusta. Poi ci siamo ritrovati a Bari, entrabi impegnati nel proprio sport. Ora è qui con l'Udinese. Una società splendida, a mio fratello serviva".

Hai vinto più di tuo fratello?

"Sì ma non ce lo facciamo pesare. Siamo orgogliosi l'uno dell'altra e ciò ci rende felici".

Oggi cosa fai?

"Sono una mental coach e una personal trainer. Anche se ho smesso la carriera mi sento un'atleta e mi ci sentirò sempre. Lo sport è meraviglioso".

Dai consigli a tuo fratello?

"Quando si lavora con la famiglia è sempre particolare, il mio compito è di aiutare gli altri. Quindi se mio fratello ha bisogno ci sono sempre".

 

 

 

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