La vera forza di Andrea Stramaccioni è nella meticolosità: tutti gli addetti ai lavori che l'hanno conosciuto hanno risposto questo. Un esempio? Come prepara le partite, magari deludendo i (pochi tifosi) presenti al Bruseschi e nascondendo la sua squadra non tanto da loro, ma dalla possibilità di avere 'spie' avversarie. nella settimana prima dell'Inter ha nascosto i suoi 3 volte, rifinitura compresa perché aveva notato persone di Milano che conosceva bene attrezzate di tecnologia avanzata per filmati. Ma non è solo qui che sta la meticolosità del tecnico dell'Udinese: maniacale nello studio dell'avversario, nello scegliere chi può essere il suo uomo giusto nel posto giusto al momento giusto.
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Stramaccioni, molto più di un ragazzo di borgata
La vera forza di Andrea Stramaccioni è nella meticolosità: tutti gli addetti ai lavori che l’hanno conosciuto hanno risposto questo. Un esempio? Come prepara le partite, magari deludendo i (pochi tifosi) presenti al Bruseschi e nascondendo...
Per ora la sua squadra ha avuto un rendimento altalenante, del resto ha ereditato una squadra che deve essere ancora rivoluzionata dopo un grande ciclo di quattro anni firmato Guidolin.. Ma contro la Samp ha dimostrato tutta la sua forza: fuori Di Natale che in trasferta rende un quarto che in casa (lo dicono i numeri) , dentro il dimenticato Geijo sul quale però ha sempre avuto parole di stima (come per Hallberg ed Evangelista, sincere e non di circostanza), rischia Wague esordiente assoluto nella difesa a tre in un campo come Marassi caldo come pochi. Alla fine, dopo il ko col Verona che ha fatto infuriare anche Pozzo, oltre alla meticolosità ha dimostrato anche la forza.
Renzo Ulivieri che l'ha allenato a Bologna del suo modo di impostare la squadra ha raccontato un aneddoto sulla tesi presentata al supercorso di Coverciano, titolata«L'evoluzione del calcio moderno: studio e analisi dell'inizio Gioco».: «L'ha sviluppata partendo dalla difesa. È una tesi originale, fino a questo momento nessuno ne aveva discussa una simile». E, in effetti, il suo gioco è stato definito italianista, difensicista, retrogrado, ma p tutto tranne che questo: è l'evoluzione della zona di Sacchi, del calcio totale. Non è uno che si sottraebbe dallo schierare tre punte se la squadra avesse l'equilibro giusto per sostenerle, ma per prima cosa l'importante è essere ben messi dietro. Primo non prenderle? Non è proprio così: il punto è che le piramidi si costruiscono dalla base.
LA SUA STORIA Nasce a Roma il 9 gennaio 1976, ed è cresciuto nel quartiere San Giovanni, proprio come Francesco Totti (Porta Metronia). In pochi sapranno che il suo sogno era quello di diventare un calciatore e la stoffa non gli mancava, visto che Mister Renzo Ulivieri lo volle con sè al Bologna nella stagione 1994-95, quando appena 18enne "Strama" era un difensore di belle speranze cresciuto nella Romulea. In Emilia però non andò come si sperava: appena una presenza in prima squadra, affianco a gente del calibro di Cristiano Doni Carlo Nervo, Marco De Marchi e poi un grave infortunio al ginocchio che ne bloccò la carriera proprio agli esordi. Tornato a Roma decise di chiudere con il calcio giocato e di continuare gli studi, cosa non consueta per chi è arrivato a certi livelli. Strama si è laureato in legge discutendo una tesi in diritto commerciale sul tema delle società sportive quotate in Borsa. Mica 'cazzabubbole' diceva il personaggio di Maidiregol. Nel tempo la passione per il calcio, inizialmente rinnegata, è però tornata a galla, sui campetti di periferia della capitale per allenare i ragazzi nella categorie Allievi e giovanissimi. Az Sport, poi il salto nell'antichissima Romulea e poi per volere di Bruno Conti che lo seguiva da tempo, l'approdo alla Roma. Dopo 6 anni di successi tra giovani nazionali e allievi è l'Inter, nella persona di Ernesto Paolillo, a volerlo all'Inter per allenare la primavera. Quindi il successo nella NextGen Series, che lo ha lanciato verso la prima squadra. Nel frattempo ha trovato anche il tempo per sposare la fidanzata Dalila (Il primo luglio 2011) sul Lago di Bracciano.
L?Inter, passata da Moratti a Thohir, l'ha lasciato libero preferendogli Mazzarri. Oggi molti tifosi nerazzurri pensano non sia stata una scelta azzeccata, in fondo lui col pubblico di Milano ha sempre avuto un ottimo feeeling per come aveva gestito una squadra difficile, alla fine di un ciclo e piena di infortuni (16 a un certo punto). Purtroppo perse il treno europeo (con l'Udinese l'ultima sconfitta a San Siro 2-5) e l'addio.
L'Udinese, però, è nel suo destino. Un anno dopo un alta squadra a fine ciclo da prendere, ma qui con la massima fiducia di Gino Pozzo che ha insistito per averlo nonostante la società avesse già trovato più di un mezzo accordo con Gigi Delneri. Il resto è storia di questi mesi: a Udine si è portato con sé Dejan Stankovic, il guerriero che lo aiuta nello spogliatoio, dalla moglie ha avuto il primogenito, Giulio, che lui chiama già 'furlan'. E quando parla di attaccamento ai colori, alla terra non è banale così come non lo è quando elogia i suoi ragazzi più giovani. Lui è uno che sente dentro i simboli, sa cosa significano e Udine sa bene che cosa significa per i friulani. Il piccolo Giulio, va ricordando spesso, porterà sempre con sé nella carta d'identità il luogo di nascita. Non è poco per nessuno., nemmeno per Strama che vive di emozioni oltre che di tattica
DICONO DI LUI - Massimiliano Catini, vice di Stramaccioni per 6 anni alla Roma alla Gazzetta racconta: "Quando vinse lo scudetto Giovanissimi, inserì Federico Viviani e, dopo che il ragazzo aveva portato la squadra al pareggio Strama lo tolse perché 'aveva fatto benissimo quello che gli avevo chiesto, ma a quel punto mi serviva un altro tipo di giocatore".
Poi le partitelle con gli amici: "Era il più forte, una tecnica spaventosa, dopo un po' gli si riacutizzava il dolore al ginocchio che gli aveva impedito di fare il calciatore e andava in porta. Ed era difficile anche fargli gol".
La meticolosità di cui abbiamo parlato è ben sintetizzata qui: "Anche se giocavamo contro il Borgorosso motivava i ragazzi come se dovessero affrontare Cristiano Ronaldo. Ma lui è competitivo in tutto, persino con i videogiochi".
Ulivieri, infine, su di lui non ha dubbi: «Ha un grande avvenire. È molto preparato tatticamente e lo era, nonostante l'età, anche da calciatore. Purtroppo non ha avuto fortuna come giocatore, ma ha saputo reagire» e da allenatore lo sta dimostrando e scommettiamo che contro la 'sua' Roma vuole fare proprio come con l'Inter? Dimostrare che il ragazzo di borgata è cresciuto, maturato, è pronto alle grandi sfide e Udine è il suo punto d'arrivo per mostrarlo.
"Moval@Mondoudinese
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