udinese

Udinese, alla ricerca di un obiettivo a Bergamo

Un girone è passato da quell’Udinese-Atalanta in un pomeriggio d’autunno ottobrino, tra foglie che ingiallivano e sole tiepido che giorno dopo giorno si andava sempre più a nascondere dietro le ombre notturne. Un girone, la primavera...

Monica Valendino

Un girone è passato da quell'Udinese-Atalanta in un pomeriggio d'autunno ottobrino, tra foglie che ingiallivano e sole tiepido che giorno dopo giorno si andava sempre più a nascondere dietro le ombre notturne. Un girone, la primavera aè alle porte, ma oggi lo stesso sole sembra splendere, almeno sull'Udinese. Le foglie e i fiori iniziano a sbocciare, il sole fa luce più a lungo, molte cose appaiono più chiare.

Appare chiaro che quella vittoria dei bianconeri, l'ultima in casa prima di quella col Torino di domenica scorsa, stava illudendo troppo, tanto che qualcuno si è montato la testa: non in società e nemmeno nello staff prontissimo a gettare acqua sul fuoco che si accendeva, forse qualcuno inconsciamente tra i giocatori ha pensato che solo vestire la maglia bianconera fosse sinonimo di vita facile, sicuramente tra qualche tifoso e opinionista si è insinuato qualche pensiero. Che, con una magica mossa alla Eusebio, è riuscito a passare dall'esaltazione di quel pomeriggio fino alle cattiverie dette in molte trasmissioni e scritte qua e là, soprattutto da qualcuno che evidentemente aveva qualche speranza che le sconfitte che vennero da quel momento potessero portare audience. Che speranza vana: anche perché le sconfitte hanno avuto vari colpevoli, varie spiegazioni, che non hanno mai messo (e ribadiamo mai) in discussione il tecnico. Purtroppo episodi sfavorevoli, errori dettati dalla gioventù, qualche giocatore che ha subito cali, una rosa che ha avuto sempre un reparto menomato hanno dettato risultati negativi, ma che - sia ben chiaro anche questo - non hanno mai posto l'Udinese in crisi di classifica. Il panico è stato creato qui ad arte, così come le domande impertinenti o le insinuazioni. LO scandalo fa notizia, la realtà, specie se non ci sono obiettivi, no. Giornalisticamente parlando questa è l'amara verità dei notiziari italici, in tutti i campi,non solo quelli calcistici.

Premesso questo, a un girone di distanza, l'Udinese non è salva, ma solo 10 sconfitte su 14 gare da giocare (compresa quella col Parma in coma) potrebbero metterla in discussione. Diciamo che da ora in avanti è tutto nei piedi e nella testa dei bianconeri: porsi un obiettivo è fondamentale, d'accordo prima di tutto arrivare a 37 (quaranta è davvero troppo visto come stanno dietro), poi cercare altro, magari l'ottavo posto, o chissà....

Invece di diffondere pessimismo, pensiamo a quelle otto vittorie di Guidolin che hanno regalato l'Europa. Altra squadra, altro calendario, è vero. Allora la squadra aveva 37 punti e distava altrettanti dalla quinta. Oggi ne ha 31 (potrebbero essere 34 se arrivassero quelli col Parma), a quel punto si troverebbe a 8 punti dalla quinta. Insomma, inutile dire che sarebbe un'impresa, ma sono gli obiettivi a dare motivazioni e sono queste che non devono mancare.

A Bergamo, intanto, la prima risposta: a un girone di distanza l'Atalanta ha cambiato condottiero dopo cinque anni l'ospite è davvero indigesto nel calcio. E' la statistica che lo dice, Colantuono forse ha qualche colpa avendo perso quel carisma fondamentale dinanzi alla squadra e la questione scommesse che ancora vede il suo nome apparire qua e là, possono aver disturbato. Non è questo il motivo dell'arrivo di Reja, friulano per tutte le situazioni, ma può avere una logica in un contesto più ampio che non riguarda comunque l'Udinese. Ciò che deve pensare la squadra di Strama è solo che affronterà una belva affamata di punti, ma che se vuole davvero iniziare a pensare alla primavera e alla stagione che verrà, ma soprattutto a obiettivi più ambiziosi deve dare un fiotto di vittorie consecutive, cosa che manca da tempo.

Le possibilità ci sono, anche se Strama quest'anno è tutto tranne che fortunato: ancora nessun rigore a favore, tanti dubbi contro, infortuni pesanti, gli ultimi in difesa, il reparto sul quale ha deciso di costruire (giustamente) la squadra, perché le case si fanno dalle fondamenta (diretto agli amanti del 'bel gioco' che come termine sembra tanto nostalgico quanto bell'epoque). Al di là di queste cose, basta alibi, ora che il Toro ha detto che l'Udinese può matare anche la squadra più in forma, si deve dimostrare che si può fare lo stesso anche con chi sta peggio, perché a mancare sono i punti proprio contro quelle squadre come il Cesena, per esempio, che pesano eccome oggi.

Recuperare si può, poi si arrivi dove si arrivi: le sicurezze per il futuro ci sono già, a cominciare da strada, ma ripartire di slancio aiuterebbe la squadra a prender confidenza con una mentalità vincente, base per costruire in seguito anche un tridente, che Strama non ha mai negato di non volere, tanto per rispondere indirettamente a chi lo definisce difensivista, ma ovviamente come qualunque allenatore direbbe, serve equilibrio.

"©Mondoudinese

tutte le notizie di

Potresti esserti perso