Meglio essere realisti. Di aria nuova in questa Udinese, almeno fino a che non capiremo quale squadra ha davvero in mente Iachini, ce n'è poca. Tanti volti nuovi, è vero, e tutti interessanti (Matos, Jankto, De Paul, Evangelista, Balic, Angella), ma per far posto a questi serve vendere chi gli sta davanti. Il rischio di una concorrenza insana c'è, il rischio che qualche malumore sorga c'è, ed è avallato dal recente passato e dal nervosismo mostrato da alcuni anche in questo periodo. Il lupo perde il pelo, si dice, ma non il vizio.
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Udinese, giudizio sospeso. Ma i giovani vanno lanciati
L'Udinese ha preso tanti giovani interessanti, è vero: ma rimangono molti dubbi ancora, specie se il mercato non porterà qualche uscita. Ora sia il campo a dire quali mosse ha intenzione di attuare Iachini per non avere ancora una squadra per...
Per questo, forse per la prima volta, si invoca qualche cessione. Che va valutata e ponderata, e su questo siamo d'accordo che dev'essere Iachini a dare l'ultima parola. Ma ad oggi questa squadra non solo ha doppioni, ma anche tripli e quadrupli per ruolo: come mezzala sinistra, per esempio, oggi si contano Hallfredsson, De Paul, Fernandes, Kone e anche Jankto. Ovvio che così una stagione può rischiare di diventare esplosiva se i risultati dovessero tardare ad arrivare.
Per adesso la squadra sa ancora di vecchio se non si trova il coraggio di dare fiducia ai nuovi volti: il rischio è che almeno per nove undicesimi potrebbe esserci l'intelaiatura che ha faticato mostruosamente a salvarsi l'anno corso. Rimangono ancora dubbi feroci sulla qualità delle fasce (specie la sinistra con Armero, ma anche la destra se dovesse perdere Widmer). Rimangono dubbi anche e soprattutto sul modulo, che ad oggi non sembra gratificare il reparto quantitativamente e, forse, qualitativamente migliore, ovvero l'attacco.
Insomma prima di parlare di cambiamenti già avvenuti, è bene andare con i piedi di piombo, perché il recente passato non si può pulire con colpi di spugna. In tal senso i prossimi impegni amichevoli, al di là dei risultati, diranno certamente qualcosa in più sulle intenzioni dell'allenatore. Punterà ancora sulla vecchia guardia? Come farà convivere Peñaranda, Matos, Zapata, Thereau e gli altri attaccanti con un centrocampista offensivo come De Paul? Quest'ultimo lo vedrà più come giocatore alla Kone per intenderci o gli ritaglierà un inusuale ruolo da mezzala di contenimento nel 3-5-2? Oppure ci sarà ancora spazio per un trequartista e in questo caso Fernandes rientra ancoranti piani?
Ad oggi ci sono tante domande ancora senza risposte, per questo facili entusiasmi rischiano solo di appannare la realtà, anche se è vero che i giovani visti all'opera sono decisamente interessanti. La situazione è chiara: serve capire se l'allenatore sarà pronto a escludere altri ben più 'attempati' senza disturbare gli equilibri, se davvero chi è arrivato potrà portare quella qualità che è mancata clamorosamente l'anno passato (e anche gli ultimi due).
In attesa di dare giudizi, rimangono i pregiudizi dati da una stagione che ha messo i brividi. Solo quando questi verranno cancellati dai fatti si potrà davvero respirare un po' d'aria nuova. Per adesso il tutto al massimo profuma di deodorante.
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