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I più e i meno del 2014

Tre + e tre – per questo 2014 che ha dispensato poche soddisfazioni ai tifosi dell’Udinese. Sono tutti per i giocatori, grandi protagonisti in positivo e negativo delle nostre sorti. I più e i meno dell’anno. +Pereyra: ottimo...

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Tre + e tre - per questo 2014 che ha dispensato poche soddisfazioni ai tifosi dell'Udinese. Sono tutti per i giocatori, grandi protagonisti in positivo e negativo delle nostre sorti.

I più e i meno dell'anno.

+Pereyra: ottimo girone di ritorno e cessione alla Juventus. Arrivato in sordina, si sta ritagliando un ruolo da protagonista. Arrivato a Udine come un brutto anatroccolo impaurito, laterale sinistro di poco carattere, si è risvegliato cigno maestoso con il numero “10” incollato alle ali.

+Widmer: lo svizzero ha lavorato sodo e in silenzio. Da gennaio in poi Guidolin gli ha dato fiducia e lo sprinter biondino lo ha ripagato con corse a perdifiato sulla fascia e cross calibrati. Con Stramaccioni si è ripetuto ed ha aumentato il trend delle prestazioni. Il futuro è suo.

+Scuffet: ha salvato l'Udinese, assieme a Totò Di Natale, nello scorso campionato. Parate belle e importanti hanno contribuito non poco a quel periodo di media punti europea che è stata la prima parte del girone di ritorno. Ha deciso di rimanere a Udine per crescere, è stato messo in un angolino dopo che mezza Europa lo seguiva e quasi tutta Italia lo voleva in squadra. Mai una parola fuori posto, mai uno screzio. Continua ad allenarsi e a giocare nella Nazionale di categoria. Il futuro è suo e lui si sta comportando da leader che dà l'esempio.

-Muriel: io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Come può uno scoglio (Udinese) arginare il mare (i sogni di gloria del colombiano)? Sta di fatto che qua non ha dimostrato nulla se non insofferenza e un carattere delicato. Fa parte della “Saranno Famosi Generation” con la tessera nr.2 dopo quella di Balotelli.

-Basta: da un giocatore come lui ci si aspettava un'ultima annata di tutt'altro spessore. Approdato alla Lazio, è tornato il giocatore di due anni fa. Il serbo è l'emblema di come non bisogni mai trattenere un giocatore contro voglia, di come la società faccia bene a vendere quando può monetizzare. Ma da lui no, non te l'aspetteresti mai.

-Maicosuel: brasiliano di buone speranze, di grandi potenzialità e mezzi eccellenti. Peccato che il carattere mancava, così come la costanza. Rimarrà famoso per quel rigore sbagliato, per l'aver aiutato un anziano che stava male e per l'aver assalito un giornalista reo di un articolo sulla sua vita privata. Fossimo a Milano sarebbe un mito, ma nella fredda Udine...

 

"Giacomo Treppo

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