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Gazzetta: Fa tutto Lukaku

Per più di un’ora l’Inter soffre la fisicità dell’Udinese che soffoca sul nascere ogni proposito di manovra nerazzurra.

Redazione

Il commento della Gazzetta sulla sconfitta fitta dell'Udinese per mano di Lukaku.

Ronaldo e Immobile chiamano, Lukaku risponde. La volata scudetto va a ritmo di vittorie e doppiette e la corsa al primo posto diventa così doppia: ci sono i club da portare alla vittoria, ma diventa entusiasmante anche la sfida al trono dei bomber. È nelle serate più dure che tocca ai campioni prendersi la squadra sulle spalle. Romelu Lukaku è arrivato all’Inter anche per questo, per essere leader e risolvere le situazioni complicate. Per più di un’ora l’Inter soffre la fisicità dell’Udinese che soffoca sul nascere ogni proposito di manovra nerazzurra. Poi si sveglia Lukaku e in 7 minuti chiude la pratica con la quinta doppietta in Serie A, la seconda del 2020 dopo quella al San Paolo contro il Napoli. Due piattoni mancini letali, il primo a giro sul palo lontano dopo splendido suggerimento in area di Barella e il secondo dal dischetto, dove Romelu sembra essere una sentenza per gli avversari.

Di record in record

L’Inter formato trasferta è una macchina micidiale quasi perfetta (9 vittorie e 2 pareggi in Serie A) e il suo motore è Romelu. Lo dicono le prestazioni e lo evidenziano insindacabilmente i numeri: dei 16 gol in campionato, Lukaku ne ha realizzati 12 in trasferta. Sì, 12 in 11 partite, come mai nessuno è riuscito a fare in Serie A da quando la vittoria vale tre punti. E, seppur parziale, ieri sera Romelu ha stabilito anche un altro record: in questo momento della stagione, nessuno nei 5 campionati più importanti d’Europa ha realizzato tanti gol quanto il belga fuori casa. Insomma, viaggiare con Lukaku è garanzia di successo. Ma non ditelo al centravanti belga, perché orgogliosamente verrete rispediti al mittente. Lukaku, che dimostra di funzionare anche senza l’amico Lautaro accanto, si gode il momento magico on the road, però sottolinea: «Segno tanto in trasferta, ma anche a San Siro faccio la differenza», piazzando il suo solito sorriso conquistatore. Poi una precisazione, perché come sempre (e come insegna Antonio Conte...) prima del singolo viene la squadra: «Io la guida dell’Inter? No, voglio solo fare bene per questa squadra. È importante per me che la squadra si senta bene con me così posso dare fiducia a tutti». (...)

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