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Gazzetta: Fofana rilancia l’Udinese

Udine è stregata per il Cagliari. Che soffre l’Udinese più della pioggia che non risparmia il Friuli. Sotto le feste i bianconeri ritrovano, come lo scorso anno (2-0), verve, energia, soprattutto ferocia.

Redazione

Il commento della Gazzetta alla vittoria dell'Udinese sul Cagliari.

 Quella che predica Rolando Maran che deve incassare la prima sconfitta esterna della stagione (la seconda di fila, la quarta del torneo) dopo 7 partite utili con 13 punti.

Okaka imbecca

I punti servivano a entrambe: all’Udinese, a secco di vittorie dal 3 novembre a Marassi (1-3 al Genoa), e al Cagliari che aveva bevuto un calice amarissimo lunedì sera quando la Lazio aveva ribaltato la partita già persa nel lunghissimo recupero. Stavolta Piccinini (buona direzione) il recupero lungo lo ha dato, ma il Cagliari, che già aveva compiuto l’opera di pareggiare con un colpo da maestro del solito Joao Pedro (11 centri), non è riuscito a raddrizzare per la seconda volta una gara che i friulani hanno ripreso in appena 1 minuto e 22 secondi con Fofana, il gladiatore triste che ora punta i piedi, imbeccato dal leone Okaka che con la sua fisicità ha sfinito i centrali del Cagliari, in particolare Pisacane, uno che l’osso non lo molla mai.

Buon Natale

Così respira Luca Gotti che sulle decisioni del futuro rimanda alla società. Ma nessuno pensa che se ne vada, soprattutto i suoi giocatori. Che lo adorano. E respira l’Udinese che si allontana dalla zona calda. Lo fa con una partita di grande sostanza per 70 minuti in cui annienta il Cagliari sulle corsie esterne. Il ritorno di Ken Sema è provvidenziale. Gioca fin quando si fa male, fin quando ce n’è, ma Faragò lo soffre. Così come soffre il greco Lykogiannis, preferito ancora a Luca Pellegrini a sinistra, e dalla sua parte nasce il gol che fa riconciliare la Dacia Arena col campioncino De Paul: Don Rodrigo chiude un dialogo con Fofana con un tiro a giro che vale il prezzo del biglietto. Rog lo rincorre, con le cattive, il “diez” si esalta, ma è il collettivo che domina, soffrendo solo quando il Cagliari accelera due volte con Nainggolan che sfrutta errori dei bianconeri e di Musso e prima calcia fuori, poi scheggia il palo e con Rog che slalomeggia ma calcia male. Il Cagliari tira di più (fuori), ma l’Udinese, col suo “tattico” Gotti, ha studiato bene l’avversario e ne prevede tante mosse andando a “prendere” Cigarini con Lasagna, chiudendo le corsie e attaccandole in ripartenza.

Rimonta

Nella ripresa Maran fa al contrario quel che fece a Reggio Emilia col Sassuolo: lascia negli spogliatoi Lykogiannis e inserisce Pellegrini. Prova a scuotere anche l’attacco perché Simeone non c’è proprio e Cerri è un amuleto, più fisico. Il mantra del 4-3-2-1 (o 1-2) viene lasciato da parte a favore di un 4-2-3-1 più incisivo. Gotti infoltisce la mediana con Jajalo per De Paul che non gradisce. Ma fa bene, perché Musso toglie un gol già fatto dai piedi di Joao, poi s’arrende al gran tocco del brasiliano al 39’. Il Cagliari nei finali è tremendo, ma stavolta, come con la Lazio, disattento. Per andare in Europa occorre molto di più: maggior capacità di offesa, prepotenza e solidità dietro. Da 6 partite prende almeno 2 gol. La fisicità di Stefanone Okaka pianta in asso Pisacane. E Fofana, che un paio di volte aveva cincischiato al tiro, servito dalla punta, non sbaglia. Non segnava da marzo (Napoli), ora forse è stufo di Udine.

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