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Gazzetta: Udinese e Fiorentina inghiottite dal vuoto

È uno zero a zero che assomiglia esattamente a quel che ci si aspetta da uno zero a zero. Una partita non piena in uno stadio vuoto.

Redazione

Il commento della Gazzetta alla gara dell'Udinese.

Non un’amichevole, sarebbe troppo definirla così, ma Udinese-Fiorentina è stata avara di emozioni. Ed è un peccato che sia evaporato senza sottolineature il minuto numero 13, quello che di solito serve a celebrare la memoria Davide Astori: il capitano della Fiorentina due anni fa quasi esatti – era il 4 marzo – se ne andava nella notte prima di giocare proprio questa partita. L’omaggio arriva comunque a fine primo tempo, quando sugli schermi dello stadio appare la scritta «Mandi Davide», ma forse è stato più significativo il silenzio che ha aleggiato sulla serata della Dacia Arena.

L’atmosfera

Gli altoparlanti hanno provato a camuffare l’immediata vigilia nella situazione anomala mandando musica un po’ datata, urlando le formazioni – anche se meno del solito - come se ci fosse qualcuno ad ascoltarle; poi l’inno dell’Udinese, suonato una, due, tre volte, e ancora l’inno della Serie A. Quando le squadre entrano in campo, però, è silenzio e non c’è più inganno. L’atmosfera, come sugli altri campi, è surreale. A lungo, dall’erba, si sentono soltanto gli urlacci di Musso: «Le preventive», «Scivola», «Le punte», e i richiami ai difensori. Il portiere diventerà vero protagonista nel finale, fermando il match-ball di Chiesa. Ma per arrivarci si attraversano lunghi minuti di noia. La mancanza del contorno accresce l’attenzione sulla pietanza, che risulta annacquata. La percezione su ogni pausa è dilatata: tre minuti per battere una punizione dalla trequarti che poi si trasforma in un cross direttamente sul fondo, un minuto per un calcio d’angolo sballato, per non parlare della calma irreale quando l’arbitro Fabbri si consulta brevemente con il Var. Tifo e pubblico avrebbero riempito quei vuoti, che così diventano invece voragini.

Scelte conservative

Lo spettacolo, insomma, non è dei migliori, soprattutto nel primo tempo (un po’ meglio la ripresa). Le scelte di Gotti e Iachini sono abbastanza conservative. Difese inchiodate con cinque uomini ed esterni che faticano a risalire il campo, transizioni troppo lente per impedire alla squadra avversaria di risistemarsi a pieno organico dietro la linea del pallone, partita che si impaluda nei trenta metri tra la metà campo e la trequarti. Un po’ incapacità di penetrare la difesa avversaria, un po’ la voglia non proprio impellente di farlo. Nel primo tempo il possesso è praticamente in parità, le occasioni sono rare: l’Udinese sfiora soltanto lo specchio con un sinistro di Mandragora e un colpo di testa di Okaka, la Fiorentina colpisce in pieno il palo in mischia con Milenkovic.

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