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Apertura de Il Gazzettino dedicata all'analisi in casa Udinese dopo il ko del San Paolo col Napoli.
Chi si accontenta gode. Il proverbio, nel caso specifico, si addice a Stefano Colantuono che ha promosso i suoi baldi atleti pur aver perduto contro il Napoli. Evidentemente contava solo la prestazione. Già. Ma se il Cola è davvero soddisfatto, c'è di che preoccuparsi.
(...) Ma allora perché non arrivano i risultati? Perché la squadra ha appena un punto di vantaggio rispetto alla terzultima con l'orizzonte che non promette nulla di buono? Senza le parate di Karnezis nel primo tempo, l'Udinese a Napoli avrebbe rischiato la goleada, anche se sul tiro vincente di Higuain non è che l'estremo difensore greco sia parso impeccabile, sorpreso dalla magia dell'argentino. Meglio raccontare le cose come stanno, facendo ammenda sul momento-no e recitando il mea culpa per aver mandato in campo un complesso dedito soprattutto al contenimento dell'avversario, comprendente una punta, - Thereau che poi punta autentica non lo è - e un tre quartista. Che senso ha avuto richiamare Fernandes, utilizzato (con scarsi risultati) in veste di cuscinetto tra il francese e i centrocampisti, per poi toglierlo subito dopo il gol del Napoli per mandare in campo un elemento più dedito a cercare di perforare la difesa avversaria?
Perché non è stata concessa da subito fiducia ad Aguirre, che ha personalità e soluzioni tecniche importanti? C'è il sospetto che nel momento in cui è stato predisposto il modulo tattico (all'inizio della settimana scorsa) sia stata anche decisa la rinuncia a Di Natale perché non è possibile che ogni volta l'Udinese si accinge a intraprendere la trasferta partenopea il numero dieci marchi visita. Se viene meno il coraggio è la fine.
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