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Messaggero Veneto: Udinese, omaggi e gol sbagliati Il Parma ringrazia e fa tre punti

Redazione

Gagliolo e Kulusevski sfruttano gli errori di Ekong e Musso, nella ripresa i bianconeri sprecano cinque palle-gol clamorose

Il punto del Messaggero Veneto sull'Udinese dopo il ko col Parma.

Nella patria di Giuseppe Verdi, cantore di magia, sortilegi e maghi, non poteva succedere diversamente all'Udinese, letteralmente stregata dal Parma che tira quattro volte verso la porta bianconera e fa due gol, mentre dall'altra parte, tra traverse, gol (giustamente) annullati e clamorose occasioni divorate, la squadra di Luca Gotti fa partire 15 conclusioni (11 fuori dallo specchio) verso porta di Sepe, il migliore della banda D'Aversa che senza Gervinho e Inglese riesce comunque a uscire dal Tardini con i tre punti in tasca. Più o meno era successo lo stesso nel girone d'andata, quando sulla panchina c'era Igor Tudor, segno che evidentemente il gioco fisico, scorbutico, decisamente "trapattoniano" che ha portato il Parma al sesto posto con Milan e Cagliari fa soffrire l'Udinese, ripiombata al quattrordicesimo posto, seppur con nove punti di vantaggio sulla zona retrocessione, estremamente densa tuttavia, visto che sono ben tre le squadre sedute sull'ultimo scomodissimo gradino: Genoa, Spal e Brescia. Insomma, non è il caso di scherzare nel prossimo mese di febbraio, soprattutto dopo la visita al Friuli dell'Inter (la prossima domenica nel posticipo), quando i bianconeri incroceranno un bel po' di squadre che orbitano attorno alla sua posizione in classifica, sopra e sotto.Detto questo è inspiegabile come l'Udinese, partita col solito 3-5-2, abbia regalato quasi un tempo agli avversari per colpa della mancanza di tranquillità che non era giustificabile, se non con la voglia di dimostrare che quella di San Siro contro il Milan, era la faccia giusta da mostrare, nonostante l'amaro epilogo con il sorpasso rossonero all'ultimo minuto. Nella prima frazione i padroni di casa hanno spesso menato la danza, ma le occasioni sono capitate sul piede (esterno al volo su cross di Sema) e la testa (traversone dall'altra fascia di Larsen) di Okaka che, tuttavia, è stato sempre troppo precipitoso nelle conclusioni, dando l'impressione di soffrire quella sorta di Bronzo di Riace di Bruno Alves, vecchio bucaniere lusitano capace di reggere come pochi le spallate del numero 7 bianconero. (...)