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MV: “La mente dei bomber in crisi li spinge a mirare il portiere”

L'intervista del Messaggero Veneto allo psicologo dello sport Luca Modolo

Redazione

L'intervista del Messaggero Veneto a Luca Modolo, psicologo dello sport, collaboratore anche per la Figc, e mental coach a contatto quotidiano con calciatori professionisti di ogni categoria

Luca Gotti ha detto che quando non si segna c'è il rischio che poi possa subentrare il timore e qualche paura che può riflettersi negativamente."Ha ragione, perché quando un giocatore si ripete che deve fare gol in maniera ossessiva, automaticamente il carico cognitivo aumenta e il peso può schiacciarlo, influendo sulla prestazione. In situazioni simili si vede il portiere grande e la porta piccola, si finisce più a calciare sul portiere piuttosto che a cercare l'angolo o lo spazio della porta vuota.

Cosa può fare Gotti per aiutare i suoi attaccanti?«Ci sono esercitazioni specifiche e propedeutiche per acquisire fiducia, cominciando col divertirsi anche con tiri in porta ravvicinati, senza registrare la figura del portiere perché probabilmente adesso, quando gli attaccanti calciano in partita, mirano il portiere anche inconsciamente». 

A proposito di mira, Lasagna dà l'impressione di affidarsi molto, forse troppo alla conclusione di potenza e a non a quella di precisione.«Non è l'unico. Quando la pressione aumenta si sceglie la forza per aumentare le probabilità di segnare. Scegliere la forza comunque è l'indicatore della paura».

«Bisogna riportare il locus of control, ovvero la percezione sul controllo degli eventi, a livello personale mentre adesso è probabile che si dia troppo peso alle voci esterne e poi c'è l'azzeramento degli alibi che porta alla responsabilizzazione individuale senza pensare alla sfortuna».

Sei punti sulla zona retrocessione non sono sufficienti per lavorare con tranquillità?«Dipende dalla percezione che la squadra Udinese ha di se stessa. Non fare punti quando si hanno tante opportunità per segnare può portare a credere di non avere fatto ancora niente, e poi bisogna vedere se ci si sente indeboliti rispetto alle concorrenti, dopo il mercato di gennaio»

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