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Cosmi: Il paradiso perduto

Serse Cosmi, l’uomo del fiume, ha ritrovato la voglia di calcio a Trapani, nel caldo della Sicilia. In una Serie B dove si possono riscoprire certi valori: « E’ chiaro che la Serie A è la massima espressione del nostro calcio, avrà sempre...

Monica Valendino

Serse Cosmi, l’uomo del fiume, ha ritrovato la voglia di calcio a Trapani, nel caldo della Sicilia. In una Serie B dove si possono riscoprire certi valori: « E’ chiaro che la Serie A è la massima espressione del nostro calcio, avrà sempre un certo appeal, ma è anche vero che siccome conosco la cartina geografica sono orgoglioso di starne fuori, considero questo un privilegio non un limite. Trapani mi ha fatto riscoprire valori semplici, una società semplice con presidente straordinario sotto l’aspetto umano, che mette a disposizione le sue risorse in maniera oculata, partecipa poco a discussioni tecniche, gli interessano i risultati ma non si intromette ».

Nel profondo sud sembra una mosca bianca: « La città vive il calcio con una civiltà incredibile, in uno stadio senza barriere, piccolo e senza mai cori contro gli avversari. Per questo confermo che è un piccolo paradiso che vien considerato fuori dalla cartina geografica, ma per me è un paradiso ».

Trapani, ma anche e soprattutto Carpi e Frosinone le favole scritte in B: « Favole che difficilmente si ripeteranno insieme. Due promosse dirette così sono una eccezione. In B però ci sono posti dove si parla di idee: contano queste e qui viene fuori il valore delle persone. I soldi riescono a farla da padrona troppo spesso, ma ci sono realtà diverse per fortuna anche in A, come l’Empoli o il Chievo».

Il calcio italiano ha però portato più squadre avanti in Europa, non accadeva da anni: « Io però concordo con Agnelli, c’è poco del sistema calcio in questi risultati, invece c’è molto delle società che hanno operato bene negli anni. Fiorentina, Juve, Napoli hanno ottenuto non perché il sistema gli ha dato qualcosa, ma solo perché sono state brave nella gestione ».

Italia è anche Parma: « In Spagna una società come l’Elche è stata retrocessa subito. Io credo che sia semplice, basta porre regole. Una volta fatte serve applicarle, basta. O in Italia c’è interpretazione delle leggi, oppure non ci sono le leggi stesse. Le cose strane non vengono punite. Non è una novità il Parma, è decennale il suo problema. Si salvò già ai danni del Perugia con grossi problemi. Se nel 2015 non siamo in grado di capire se una società può stare in A o meno, allora o siamo un popolo così, ma non credo, oppure non vogliamo fare».

A Trapani ci sono anche giocatori da evidenziare, non solo idee: « Ne ho tre su tutti, Scozzarella, Caldara e Falco che mi auguro che possano rimanere ma possono giocare tranquillamente in A. Hanno tecnica, età, per poter fare bene ».

Il Trapani può diventare la nuova favola? « Non ne voglio parlare! Le favole sono belle quando non si pensa che si possono realizzare. La consapevolezza è rimanere in B».

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