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Linus: i numeri dicono Juve, ma non c’è nulla di scontato

Alla vigilia della sfida tra l'Udinese e la Vecchia Signora il direttore artistico di Radio Deejay svela il suo pronostico: "La formazione di Allegri ha le carte in regola per centrare il decimo successo consecutivo, ma attenzione ai friulani,...

Castellini Barbara

"La rimonta della Juve? Merito di Allegri". Così il direttore artistico di Radio Deejay Pasquale Di Molfetta, conosciuto come Linus e noto supporter della Vecchia Signora, spiega a MondoUdinese.it l'inversione di tendenza della formazione torinese, dopo un avvio di stagione molto complicato. Seconda in classifica, a meno due dalla capolista Napoli, la Juventus domani arriverà a Udine con un solo obiettivo: centrare la decima.

Linus, rispetto all'inizio del campionato la Juventus ha subito una metamorfosi importante e ora, con nove vittorie di fila, è a ridosso della capolista Napoli. Chi è secondo lei il principale artefice di questa rimonta?

Non c'è dubbio che sia Allegri. Si è trovato in mano una squadra, a inizio campionato, che non era esattamente quella che avrebbe voluto io. Gli hanno tolto giocatori importanti e non sono arrivati quelli che aveva chiesto lui, almeno non del tutto. Ci è voluto un po' di tempo per trovare un certo equilibrio. Probabilmente era partito con delle idee tecniche diverse e poi ha dovuto ricredersi. Indubbiamente è merito suo.

Tra i volti nuovi, si sta affermando in modo prepotente Paulo Dybala, inizialmente impiegato con il contagocce da Allegri. Si aspettava l'exploit del talento argentino?

Sì, assolutamente, ma non perché io sia così bravo (sorride, ndr). Lo avevo visto giocare diverse volte lo scorso anno e sono rimasto impressionato. Lui ha due-tre caratteristiche, che ognuna da sola sarebbe importante, ma tutte quante messe insieme fanno la differenza tra un buon giocatore e un grande campione. Ha una grande tecnica, inoltre gli hanno dato più forza attraverso allenamenti mirati, ma anche l'anno scorso, quando era più magro, nonostante sia piccolo, era molto difficile da buttare giù. Inoltre non ha quasi mai cali di tensione, che è una cosa abbastanza rara. Se pensiamo ad Alvaro Morata... è un grande giocatore, ma nel corso della partita ha degli alti e bassi impressionanti. Invece Dybala ha una costanza di rendimento fantastica.

Domani la Juventus è attesa dalla sfida al Friuli contro l'Udinese che, dopo una fase altalenante è uscita dalle zone pericolose della classifica. Quali sono, secondo lei, le insidie della gara?

Questo è un campionato abbastanza matto, non c'è niente di scontato, nonostante i grandi numeri siano tutti pro Juve. Da una parte ci sono le nove vittorie consecutive che lasciano presagire che proprio domani possa arrivare la decima, dall'altra, secondo la legge dei "grandi numeri", dopo l'andata, nella quale l'Udinese ci ha fatto lo scherzetto a Torino, ora sarebbe giusto in qualche modo "ricambiare" (ride, ndr). L'Udinese, comunque, è una squadra che gioca bene, che in casa è sempre forte. Credo non sia una partita facile per nessuno e poi, avendone vinte tante consecutivamente, è lecito attendersi dalla Juventus qualche piccola battuta d'arresto.

Juventus e Udinese, oltre che dai colori sociali, sono accomunate anche dalla progettualità societaria che si è tradotta nell'investimento relativo allo stadio. È questo il futuro del calcio italiano? E cosa manca ancora per provare a ridurre il gap con gli altri campionati europei?

Questo atteggiamento delle società "sane" del nostro campionato - penso a Juve e Udinese, ma anche al Sassuolo o al Chievo - dovrebbe essere esteso a tutto il movimento, che invece è ancora in mano a personaggi discutibili che potevano esserci quando il calcio era ancora un gioco. Ma ora che il calcio muove tanti interessi economici non può essere gestito da figure improvvisate. L'Udinese è un esempio in questo senso, cioè per rimanere a certi livelli non c'è bisogno di avere le spalle larghe che può avere la Juventus, ma ci può essere dietro una città medio-piccola come Udine, con una società seria che ha sempre guardato aldilà del singolo campionato. Poi un anno la squadra può arrivare quarta, un anno ottava, ma non ci sono problemi di programmazione a lunga scadenza, grazie a una gestione intelligente del club.

Lo scorso weekend è terminato il girone di andata che ha incoronato il Napoli campione d'inverno. Secondo lei è il principale favorito per il titolo finale?

Io dico sempre Napoli. Credo che in questo momento sia la squadra che ha più entusiasmo, che ha più voglia di vincerlo, che segna con più facilità. E poi ci sta, in un'ottica di ricambio, che lo scudetto prenda altre destinazioni... Secondo me, comunque, sarà una lotta tra Napoli e Juventus. Tengo la Juve un po' più sotto anche per una questione scaramantica...

Infine, se dovesse dare un voto all'attuale Serie A, sarebbe...?

Più che un voto, direi che se dovessi stillare una classifica metterai al primo posto la Liga spagnola, al secondo la Bundesliga, al terzo la Premier League e al quarto la Serie A. E questo la dice molto lunga... Una volta eravamo il campionato più ammirato, più ambito, ora lo siamo meno. Anche se questo campionato, in modo del tutto imprevisto, si sta rivelando divertente con tante squadre che giocano bene. A volte sai i ragionamenti lasciano il tempo che trovano perché si tratta pur sempre di pallone, che è un elemento sfuggente e anche sorprendente. Il calcio ci sta sorprendendo con risultati inattesi, speriamo che le strutture gli vadano dietro.

(foto tratta da: linus.blog.deejay.it)

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