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Pasa: Pordenone? Non ho sentito nessuno. Verre, che colpo a Udine!

Lo chiamavano l’erede di Zico. Da quella volta Daniele Pasa è cresciuto però, diventando un allenatore apprezzato e stimato, che nelle ultime ore è stato accostato anche al Pordenone: “Non ho assolutamente sentito nessuno, ma...

Monica Valendino

Lo chiamavano l'erede di Zico. Da quella volta Daniele Pasa è cresciuto però, diventando un allenatore apprezzato e stimato, che nelle ultime ore è stato accostato anche al Pordenone: "Non ho assolutamente sentito nessuno, ma proprio nessuno. Io ho interrotto il rapporto con il Montebelluna da tre giorni, la piazza neroverde è sicuramente importante anche probabilmente anche l'anno prossimo la squadra sarà ripescata, ma non c'è nulla ad oggi. Mi fa piacere ovviamente che il mio nome sia collegato ai 'Ramarri', Pordenone è una città in cui sono stato benissimo".

Com'è stata l'esperienza al Montebelluna?

"Sono stati anni splendidi, ho fatto la trafila delle giovani fino alla panchina: ci siamo sempre salvati, abbiamo fatto un ottimo lavoro, e col presidente ci siamo lasciati bene. Del resto io sentivo la voglia di provare nuove avventure".

Da ex bianconero, come giudica la stagione dell'Udinese?

"Quest'anno ho seguito la mia ex squadra, penso he ha fatto una stagione con periodi buoni e condita anche da un calcio spettacolare, poi ci sono stati periodi un po' meno brillanti. Credo che la giovane età di molti elementi abbia influito, ma il lavoro di Stramaccioni è stato buono. E' giovane e ha idee, credo che fra tre anni sarà ancora più forte, per me è un allenatore di grande avvenire e di assoluto valore".

Ora arriva Colantuono, una scelta di 'rottura' col, passato. Come spiega la scelta?

"Sicuramente è un tecnico che fa della grinta la sua arma, ma è anche vero che la mentalità dipende dall'allenatore, ma la società è fondamentale: l'Atalanta è una società con giocatori di lotta, l'Udinese è una società che sempre voluto mostrare un buon calcio. Un allenatore può cambiare idee, del resto per fare un esempio lo stesso Trapattoni ha fatto grandi cose all'Inter e non solo pur essendo uno che è sempre stato chiamato difensivista".

Da un mito a un altro, Zico. Che ne pensa della candidatura alla presidenza della FIFA?

"Credo che Zico abbia tutte le capacità per fare anche questo: ha talamente tanta esperienza che può fare ciò che vuole. E' un mondo però diverso da quello del calcio giocato, è politica pura con interessi enormi che girano attorno, serve essere tagliati per questo mestiere. Lo stesso Platini  ha avuto difficoltà. E' politica, serve calarsi nella parte".

In tema riforme cosa cambierebbe in Serie D, che tutti definiscono 'un inferno'?

"La riforma è stata già fatta 10 anni fa, con le regole che impongono un numero considerevole di giovani in rosa. Sono stati abbassati i costi certamente, ma il problema è che si è abbassata anche la qualità. E con la crisi economica, c'è poca voglia di investire dove manca qualità, i presidenti pensano prima di tutto ai loro interessi aziendali. La soluzione è dura da trovare, un sacco di giocatori e allenatori sono a casa, gli stadi dalla A in giù mancano e il calcio italiano in tutte le serie ne risente".

Pasa, uno che conosce bene il Watford, che idea si è fatto del calcio inglese?

"Conosco bene il Watford perché  Paolo De Toffol allena i portieri: sono stato a vedere le strutture e già la Serie B inglese non ha confronto con quella italiana, ma anche confrontandola con alcune squadre di A è superiore. E' un altro mondo, non occorro io per dirlo. Astati, attrezzature, mentalità attirano l'attenzione di investitori e i migliori giocatori vogliono stare lì".

Potrebbe diventare la prima scelta dei Pozzo?

"Dipende da come la mettono giù in società: logico che la Premier muove interessi diversi dalla Serie A. Basta vedere i contributi, il Watford ha ottenuto oltre  100 milioni di sterline per la promozione, logico che se vengono investiti tutti in Inghilterra l'Udinese diventerebbe una filiale: Ma i Pozzo sono legatissimi a Udine, lo stadio ne è la dimostrazione".

Quanto potrà portare all'udinese il nuovo impianto?

"Diventerà un salottino, la gente andrà certamente più volentieri. Però la differenza la fanno le partite vinte, se l'Udinese farà un campionato di vertice la gente si appassionerà, altrimenti non fa differenza avere uno stadio così. La gente va a vedere le partite se la squadra è vincente e ha giocatori che piacciono. Quando arrivò Zico da solo riempì lo stadio".

Cosa fare, dunque, per rinforzare la squadra?

"Servono giocatori forti, i giovani serve però aspettarli. Un nome? Verre! Lo conosco bene, è stato in nazionale con mio figlio con cui è cresciuto. E' un giocatore di rendimento, a livello di giovanili era stato accostato anche al Manchester United. A Udine può fare benissimo".

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