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Pasqualin: Non credo a Quagliarella all’Udinese

L'avv. Pasqualin, decano dei procuratori italiani, fa le carte al mercato bianconero. Non credendo a un ritorno di Quagliarella all'Udinese. E sulla Serie A...

Monica Valendino

E' uno dei decani dei procuratori italiani, ma soprattutto è da sempre vicino alle vicende bianconere. Claudio Pasqualin a tutto campo, a cominciare dal mercato, dove non vede possibile un ritorno di Fabio Quagliarella. "Non ci credo molto. Chiariamoci: Quagliarella, farebbe comodo, ma a chi non farebbe comodo un giocatore così? Non lo vedo, però, in uscita da Torino, non ho segnali che Cairo voglia privarsene".

Ciò non toglie che una punta non serva a questa Udinese. "Secondo me è necessario un innesto in attacco, farebbe indubbiamente comodo. Thereau è uno, Totò non può reggere tutte le partite e Perica e Aguirre sono acerbi".

Sempre che Di Natale non lasci... "Non credo proprio che a gennaio possa mollare, finirà il campionato con l'Udinese e farà i gol che lo consacreranno ancora di più nel firmamento dei goleador".

Una Udinese che sta crescendo, nonostante l'anemia davanti:  "Non è che prima non mi piacesse, solo che non aveva forse una identità precisa. Ora il giudizio è migliorato, ma dovrà continuare a lottare fino alla fine per salvarsi, quest'anno non può andare oltre".

Dall'Udinese alla Serie A, con una classifica più omogenea, ma la qualità che forse non è così evidente:  "Le novità della Fiorentina e del Napoli sono positive.  Il Napoli che vince fa bene all'appeal del campionato, la Juve in testa non faceva più notizia. Sostanzialmente, però, l'appeal complessivo resta triste a confronto  di Premier League, Liga e Bundesliga. Ma anche il campionato francese risulta più interessante del nostro. Ci sono troppi stranieri e stadi malmessi. Poi la riforma della Serie A a 18 mi sembra sia inevitabile: capisco le esigenze dell piccole di avere un paracadute, ma serve diminuire il numeri di squadre, anche se mi pare che in Federazione ci sia gente impegnata con altri problemi invece di fare le riforme".

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