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Pordenone, i sogni di Cattaneo: promozione e… rivedere Messi

Sedici anni fa il centrocampista di Porlezza "eliminò" il fuoriclasse del Barcellona in un provino al Como. Oggi "Veleno" è uno dei punti di forza della formazione di Tedino: "Questo è un gruppo unito, che ogni domenica scende in campo per...

Castellini Barbara

E' un Pordenone al... veleno. Nell'undici di Bruno Tedino c'è un giocatore che sta diventando sempre più determinante per gol e assist: Luca Cattaneo, meglio conosciuto come Veleno. Originario di Porlezza (in provincia di Como), il numero 7 della formazione neroverde è andato a segno in tre occasioni nel corso della stagione contro Pro Patria, Albinoleffe e, sette giorni fa, Cremonese. Proprio quest'ultima rete è stata particolarmente pesante: grazie al 2-0 inflitto ai grigiorossi (l'altro gol porta la firma di Mirko Stefani), i ramarri hanno conquistato la settima vittoria consecutiva nel girone A di Lega Pro, estromettendo di fatto i lombardi dalla corsa play-off, e domani saranno di scena a Bolzano contro il Südtirol (calcio di inizio alle 14). Il cammino-promozione è ancora lungo, ma la squadra di Tedino ha dimostrato una solidità - difensiva e mentale - davvero impressionante. Comincia proprio da qui la nostra chiacchierata con Veleno.

Cattaneo, dietro a una striscia così lunga di successi ci sono diverse componenti che stanno funzionando. Ma qual è secondo lei il vero punto di forza del Pordenone?

Secondo me il gruppo, che si è creato dal niente durante l'estate. Io sono arrivato ad agosto come tanti altri, senza nemmeno fare il ritiro. Non è facile costruire una squadra, dopo aver rivoluzionato tutto l'organico. Ma ognuno ha cercato di sentirsi parte di questo gruppo e ne è nata una vera amicizia, a questo si aggiunge il lavoro fatto dal mister, che è stato veramente bravo. L'anno scorso, a Bassano, ho vissuto un'esperienza simile. Grazie a un grande gruppo, abbiamo disputato un campionato incredibile. A questo si aggiunge il fatto che qui a Pordenone ci sono dei ragazzi validissimi dal punto di vista tecnico, e un gruppo di giovani e veterani altrettanto bravi.

Non lo so. Vero che il Cittadella sta facendo un campionato a sé... però noi ci crediamo, cercheremo di arrivarci il più vicino possibile. Ogni domenica andiamo in campo per vincere e questa è una cosa importante. Alle volte, in altre situazioni, capita di pensare che un pareggio possa essere sufficiente. Qui non è così, scendiamo in campo sempre per dare il massimo e cercare di portare a casa i tre punti. Ogni gara ha una storia a sé, ma queste sette vittorie sono figlie di questa mentalità. Purtroppo il Cittadella non ha fatto nessun passo falso, se non forse uno... ma comunque ci sono sempre sette punti di distacco.

Che peso specifico ha avuto, in particolare, la vittoria di sette giorni fa a Cremona?

Siamo arrivati a quella gara dopo una settimana particolare, nella quale si è parlato molto delle qualità della Cremonese. Veniva da una sconfitta e voleva rifarsi in casa. E Cremona è un campo difficile per tutti. Quindi è stata una vittoria, come dire, doppia. Abbiamo sofferto all'inizio, poi siamo riusciti a sbloccare il risultato e a raddoppiare, ma anche nella ripresa abbiamo un po' sofferto... ma siamo riusciti a mantenere il vantaggio e a portare a casa un risultato importante. Questo è il massimo che si può avere.

A livello personale, quale obiettivo si è dato per questa stagione?

Il mio obiettivo innanzitutto è ripetermi, visto che lo scorso anno avevo disputato un buon campionato. Inoltre cerco sempre di migliorare, sono un ragazzo umile, che tiene i piedi per terra e vuole sempre fare qualcosa di più.

Fa un po' strano anche a me (ride, ndr). Io ero piccolo, avevo 10 anni e Lionel ne aveva 12. Eravamo in 300 a sostenere un provino per il Como... sai com'è, non penseresti mai che il ragazzo che è a fianco a te possa diventare uno dei più grandi al mondo. Ai tempi, ovviamente, Messi non era ancora nessuno e il fatto che il Como avesse scelto me al suo posto non faceva notizia. A distanza di anni, però, la cosa è stata "rispolverata" e mi sono ricordato di lui. E Lionel è diventato un vero fenomeno, sono davvero contento per lui. Secondo me essere stato bocciato a quel provino è stata la sua fortuna. Se fosse rimasto al Como chissà quali sviluppi avrebbe avuto la sua carriera... Magari le sue doti lo avrebbero portato comunque lontano. Sta di fatto che dopo quella esperienza "negativa" al Como, è finito al Barcellona e sappiamo tutti com'è andata...

A proposito di grandi campioni, c'è un modello al quale si ispira?

Sarà banale, ma è proprio Messi. Abbiamo un po' le stesse caratteristiche, piccolini tutti e due - siamo più o meno alti uguale -, brevilinei, rapidi, con i piedi buoni, è il mio idolo. Quando ero bambino mi piaceva Alessandro Del Piero, essendo io juventino. Poi guardando altri campioni, sono rimasto impressionato da Lionel, per me è in assoluto il migliore di tutti i tempi. Guardo in particolare i movimenti, le giocate, visto che sto ricoprendo il suo ruolo, mi piace "studiarlo".

A questo punto le chiedo se le piacerebbe rivederlo...

Penso che il sogno di ogni ragazzo sia incontrare un giorno il Barcellona di Messi. Ma per quanto mi riguarda mi basterebbe anche fare una foto con lui, sarebbe già una grande cosa.

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