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Causio: U come umiltà, S come sacrificio, L come lavoro, R come rispetto.

I complimenti a Totò per i 200 gol sono dovuti, è un grande dentro e fuori. Fare somiglianze con qualcuno non è bello, ma in determinate occasioni somiglia a Zico, specie sulle punizioni. La nostalgia dei friulani verso la squadra di Zico,...

Monica Valendino

I complimenti a Totò per i 200 gol sono dovuti, è un grande dentro e fuori. Fare somiglianze con qualcuno non è bello, ma in determinate occasioni somiglia a Zico, specie sulle punizioni.

La nostalgia dei friulani verso la squadra di Zico, trascurando in parte Totò e le cose fatte in questi anni,  vale sempre per tutte le squadre:  la nostra era più tecnica, ma Pozzo in quasi 30 anni ha fatto grandi cose, più di questo non si può chiedere, ora arriva anche lo stadio, dev'essere un orgoglio per i friulani.

Bisogna ringraziare i Pozzo, non so come sarebbe andata a finire l'Udinese senza di loro, hanno riportato il calcio vero a a Udine con risultati incredibili.

Dai complimenti a Totò, al fatto che l'udinese fatica. Qualcuno dice che manchi il gioco sulle fasce. Io rispondo che rispetto al passato è cambiato il modulo di gioco, una volta c'era il tornante, ora questi ruoli sono modificati, è cambiato tutto: ci sono esterni alti e basi, gli allenatori pensano all'aspetto fisico e la qualità è scemata. Serve un allenatore bravo che insegni ai suoi determinati gesti tecnici. Da ragazzini ci allenavamo a crossare con entrambi i piedi, con i paletti da dribblare. Questo era un esercizio, oggi non si fa più. Oggi mancano i settori giovanili, lì si imparano certi movimenti, ma devo dire che anche in A dopo gli allenamenti continuavo ad allenarmi su questo. Se ti alleni come si deve la domenica poi fai queste cose.

Altri tempi quelli: oggi i ragazzi sono cambiati. Io, per esempio, le scarpe me le sono lavate sempre da solo, ci mettevo il grasso, sono strumenti di lavoro, guai a chi me le toccava. Mancano purtroppo i giocatori che hanno voglia di continuare ad allenarsi anche oltre gli orari stabiliti: guardate Sanchez che non lo toglievi dal campo dove è arrivato.

Nel mio credo ci sono tre cose: U come umiltà, S come sacrificio, L come lavoro, R come rispetto. Non le ho imparate con il cosiddetto stile Juve, lo stile allora era fuori: dovevamo essere un esempio da seguire, oggi anche qui le cose sono cambiate. E' importantissimo stare con la gente, sono piccole cose che diventano grandi. Eravamo obbligati ogni lunedì ad andare nei club. Così crei attaccamento alla squadra.

Passiamo alla gara col Milan, ricordando quella partita del 1983: il gol lo feci anche l'anno prima, quella gara rimarrà indelebile, col Milan a dire il vero abbiamo perso al ritorno, alla fine ci ha soffiato l'Uefa, ma la colpa della mancanza qualificazione in Europa la imputo all'infortunio di Zico. Soprattutto la gara con la Juve ci penalizzò, non quella col Milan.

In quell'anno a dire il vero posso dire che abbiamo fatto tanto, abbiamo fatto tanti punti, non so se il palazzo abbia influito, ma Zico infortunato ci ha influenzato molto. Se ci fossimo rinforzati l'anno seguente ce la saremmo giocata col Verona, invece....

Passando al presente a San Siro l'Udinese ha fatto belle vittorie negli ultimi anni: ho più paura delle gare con Chievo, dove devi fare la partita e trovi difficoltà. Poi magari c'è Totò, però queste gare fanno paura, mentre a San Siro quando andavo anche con l'Udinese mi esaltavo, è uno stadio incredibile che ti stimola. Oggi vedendo il nuovo Friuli credo che diventerà qualcosa di importante. Chi verrà a giocare sarà intimorito, credetemi: quando giochi in uno stadio così ti mette paura L'emozione per qualcuno ci sarà domenica, ma Kone, Karnezis, Danilo, Di Natale non sono ragazzini alla prima. Io credo che le squadre di Milano, inoltre, non sono quelle di una volta, credo che l'Udinese se la possa giocare, con rispetto verso tutti, ma senza paura. Non so che formazione manderà in campo, credo che non userà le due punte, ma se l'Udinese gioca tosta può fare bene.

"Franco Causio

©Mondoudinese

 

 

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