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De Sisti: Zico, la Fiorentina, l’Udinese e il sogno di Socrates

Arriva Fiorentina-Udinese, ma sta per arrivare soprattutto Zico a Udine. Ecco un aneddotto raccontatoci da Picchio De Sisti, indimenticato allenatore viola oltre che della Roma

Monica Valendino

La partita persa nel 1984 a Udine? Un allenatore non la ricorda mai! Però, a parte gli scherzi, Maradona, Zico, non li dimentichi mai, per cui anche quando affrontai il Galinho a Udine avevo dubbi su come fermarlo: la gabbia o due uomini su di lui. Con certi giocatori non c'è modo per fermarli con le idee, solo con un po' di fortuna e tanta bravura da parte dei tuoi giocatori. Ricordo il pensiero di come affrontare Zico, ma anche il piacere di vederlo, lo ammetto.

A Firenze c'era aria di speranza, l'anno dopo arrivò  Socrates e la sua democrazia corinzia, con quell'intelligenza al di sopra di quella di tanti calciatori. Era dottore, politico, calciatore, ma ha faticato, nel senso che era 'troppo'. Quell'Udinese, in quegli anni, era forte, basta leggere i nomi che la componevano. Erano gli anni dove si sperava che anche altri che non fossero gli Agnelli o le solite note potessero vincere. I Pontello, friulani, allora cercarono di fare il massimo per far vincere, così come Mazza sperava di farlo a Udine.

Però a comandare a Firenze arrivarono Corsi e Allodi e il broccolo di mezzo che ero i,o che si faceva condizionare: quel 1984 fu l'ultimo anno di speranza, Bertoni fu venduto al Napoli, Zico da lì a poco finì la sua avventura troppo breve. E tornarono a vincere i soliti, con il solo Verona ultimo baluardo di un calcio speranza. Quella Fiorentina faceva sognare, fu punita nel 1981 con episodi davvero dubbi, come l'Udinese pagò con Zico e io ne so qualcosa.

Mi convinsero di cedere Bertoni, ricordo che chiesi che serviva un giocatore che lo sopperisse: poi arrivò Socrates, anche se si vociferava di Rumenigge che mi piaceva tantissimo. C'era, a dire il vero, anche Voeller, giovane che poi è entrato nella storia della Roma. Purtroppo c'erano due generali al comando a Firenze e forse anche a Udine.

Allora imperava l'uno contro uno i campioni si mettevano in luce: poi arrivò il calcio totale che cancellò tutto, si pensava che l'Olanda del 1974 potesse cambiare il calcio, ma non è stato così, perché anche quell'Olanda sapeva usare l'uno contro uno. Un modo di giocare che imperversa anche oggi e ha tolto al calcio la fantasia, la sua essenza.

Oggi Firenze  e Udine vivono due storie diverse da quelli anni, ma più solide e con tante speranze lo stesso: chissà che prima o poi una delle due non alzi un trofeo, dimostrando che non sono le solite note sempre a dover vincere. Farebbe bene al calcio, come hanno fatto bene l calco i campioni di quegli anni.

"Picchio De Sisti @Mondoudinese

 

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