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Gianfrancesco Turano: Udinese mosca bianca in un calcio malato

Il calcio italiano è specchio del paese: decadente. Per Mondoudinese, Gianfranco Turano, autore tra le altre cose del best seller ‘Fuori gioco’ , ha detto la sua sullo stato dello sport più vasto (forse) dagli italiani: “Alla fine credo...

Monica Valendino

Il calcio italiano è specchio del paese: decadente. Per Mondoudinese, Gianfranco Turano, autore tra le altre cose del best seller ‘Fuori gioco’ , ha detto la sua sullo stato dello sport più vasto (forse) dagli italiani: “Alla fine credo che il problema dei presidenti sia comunque dover fare calcio mercato con l’estero: è fondamentale per loro. Anche le squadre Primavera sono piene di stranieri e per me la spiegazione è che è più facile fare in nero gli affari. La maggior parte di questi stranieri sono mediocri, nonostante questo non ci sono segnali di inversione di tendenza. La percentuale della loro incidenza in Serie A non è un puro caso, l’Italia ha 60 milioni di persone, mi sembra strano che ci sia solo la metà di connazionali in campo.

Il desiderio di cambiare è ridicolo, basta vedere chi è stato eletto a presidente, c’è un clima di restaurazione più che di cambiamento.

Ben diversa è la politica dell’Udinese che trovo sia razionale e aziendale: si fanno soldi col calcio, è vero, m lo si fa in maniera assolutamente programmata. A Udine si fa scouting approfondito, si spendono 20 milioni per questo, del resto per essere efficiente serve qualità degli osservatori. Un modello unico in Europa direi. Gli altri invece non hanno ratio. L’Udinese mette in campo 10 giocatori sconosciuti e li rivende al 20 volte di quanto li ha acquistati. Con le plusvalenze va benissimo, si sta costruendo lo stadio, è un esempio. Gli altri sono il problema. A Roma se prendi il ragazzo di borgata non fai plusvalenze, questa è la verità.

Nel basket si è già vista questa politica assurda, è questo sport da noi è stato devastato: Pesaro è un esempio, è stato un simbolo e ora ha 5 brocchi americani in campo. Il tutto mentre la gente chiede italiani in campo e i presidenti sono sordi sotto questo profilo: si rischia di fare la fine del basket, questa è l’amara verità.

Si parla di riforma delle rose, portandole a 25: vedremo, anche quelle da 40 giocatori garantiscono movimenti strani a livello finanziario.

Quello che si può fare è spiegarlo ai tifosi, i media devono far ragionare su queste cose. Il problema in Italia è che è difficile farsi ascoltare, mentre tanti parlano, promettono e poi le cose non cambiano”

G. Turano

©Mondoudinese

Biografia: Gianfrancesco Turano ha pubblicato il suo primo articolo su «Paese sera» nel 1979. Dopo la laurea in letteratura greca alla Statale di Milano, ha lavorato come traduttore per l’editore Giunti. Nel 1987 ha vinto il concorso per la Scuola di giornalismo Gino Palumbo del «Corriere della Sera». Nel 1989 è stato assunto al settimanale economico-finanziario «il Mondo» e dal 2009 lavora a «l’Espresso». Ha collaborato con il «Corriere della Sera», «Diario» e altri periodici. In campo letterario ha scritto vari testi teatrali e vinto il premio Ater-Riccione per la drammaturgia (1989). Ha pubblicato tre romanzi con l’editore palermitano Dario Flaccovio: Ragù di capra (2005), Catenaccio! (2006) e L’ultima bionda (2007), che in precedenza era uscito a puntate su «la Repubblica» di Palermo. Un quarto romanzo, Remedia Amoris (2009), è edito da Cairo. Con l’editore Il Saggiatore ha pubblicato nel 2007 il saggio Tutto il calcio miliardo per miliardo. Per Chiarelettere, ha pubblicato nel 2012 “Fuori gioco”.

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