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Udinese: Bravi e … Di Bello

Quando perdi sei sempre insoddisfatto, a volte rabbioso, spesso avvilito. Raccontare la sconfitta del’Udinese a Napoli è impresa ardua, vuoi per il risultato di tre a uno, vuoi perché fortemente immeritata. Mi spiego. Quando perdi con questo...

Monica Valendino

Quando perdi sei sempre insoddisfatto, a volte rabbioso, spesso avvilito. Raccontare la sconfitta del’Udinese a Napoli è impresa ardua, vuoi per il risultato di tre a uno, vuoi perché fortemente immeritata.

Mi spiego. Quando perdi con questo punteggio ci sarebbe da osannare l’avversario.  Questo Napoli è  la squadra più in forma del campionato, ma il calcio spesso è come Pinocchio non racconta mai tutta la verità.

In poche parole l’Udinese ha perso giocando un’ottima partita nella quale nessun giocatore è andato sotto la sufficienza. E allora vi chiederete perché ha perso ? Non mi piace prendere sottobraccio la sfortuna, ma mi piacerebbe prendere a schiaffi l’Innominato(*).

Come dicevo in un mio vecchio editoriale, quando gioca l’Udinese, sembra d’essere in Cina visti i cartellini gialli che svolazzano per mano dell’Innominato di turno.

Così dopo pochi secondi il giovane e bravo Charles Hallberg si trova già timbrato sul taccuino del Boss, che per non sbagliarsi vestiva una divisa color canarino.

Poi tocca ad Allan, che comunque fa ancora la sua partita condita da una traversa che ancora lacrima.

Nel complesso le decisioni dell’Innominato non hanno determinato il risultato, ma hanno sicuramente infastidito la testa di chi, come i giocatori dell’Udinese, è sempre costretto a subire ingiustizie. E non mi si venga a dire qualcosa di Stramaccioni, che pare abbia urlato negli spogliatoi tutto il suo dissenso per gli ultimi venti minuti giocati con sufficienza dalla squadra.

Non vorrei dimenticare nel contempo che dopo l’uno - due del Napoli i bianconeri hanno costretto il Napoli a vedere la metà campo dell’Udinese con il telescopio. Nella ripresa calati i ritmi il Napoli è riuscito a gestire meglio la partita fino all’autogol di Thereau (assolutamente perdonato), autogol che toglie qualche neurone ai giovani friulani.

E se da una parte Benitez inserisce De Guzman e Callejon e Stramaccioni, Aguirre e Perica, vuol dire che fra Udinese e Napoli esiste una certa differenza e se il buon Andrea ha voglia di urlare, scelga l’interlocutore giusto.

Quello che sta facendo Strama con il materiale a disposizione e con le assenze forzose o forzate è già un miracolo, perché quei venti minuti del primo tempo a Napoli nessuna squadra li aveva mai giocati. Qualcuno se lo ficchi bene nella testa a costo di trapanarla. Sia chiaro per tutti.

Questa sconfitta non può distruggere il certosino lavoro fatto finora da Strama e Stankovic, ma serva a far capire, primo, che l’Udinese è uscita a testa alta dal San Paolo, secondo che i ragazzi hanno lottato col petto in fuori, terzo che Stramaccioni fa l’allenatore e non ha ancora il patentino di Mago.

Ci fosse stato un turibolo Allan,sarebbe da incensare, Widmer e gli altri da benedire. Si è perso , amen, ma per quanto questo sia un campionato di transizione, qualcuno dovrebbe confessare i suoi peccati e qualche vizio capitale il settimo per la precisione, come l’avarizia che Wikipedia così descrive: “Estremo contenimento delle spese non perché lo imponga la necessità, ma per il gusto di risparmiare. L’avaro si sente un virtuoso e si descrive con aggettivi delicati ed equilibrati: prudente, attento, oculato, parco”. Chapeax !

Riferito al calcio ci può stare, ma ho la vaga impressione che l’Udinese da come è trattata sia come una gioielleria dove tutti si sentono autorizzati a rubare.

Siccome non ho la vocazione del predicatore, mi fermo qui lasciando al buon intenditor la traduzione dei sentimenti dei tifosi friulani.

Con rispetto e amore per la mia squadra del cuore !

(*) Marco Di Bello (si fa per dire) arbitro.

 

"Lorenzo Petiziol@mondoudinese.it

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