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Bilancio Udinese Calcio Spa 2014: l’analisi

Abbiamo analizzato il  bilancio 2014 dell’Udinese Calcio. Il confronto fra il 2013 e il 2014 vede un anno di difficoltà nel quale si è snellita la struttura dei costi e si è puntato sul futuro con investimenti. Diminuisce l’attivo...

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"Abbiamo analizzato il  bilancio 2014 dell’Udinese Calcio. Il confronto fra il 2013 e il 2014 vede un anno di difficoltà nel quale si è snellita la struttura dei costi e si è puntato sul futuro con investimenti. Diminuisce l'attivo dello Stato patrimoniale, primariamente per la perdita d’esercizio che non è tutta da ricercare nella risoluzione delle compartecipazioni, ma in un business plusvalenze che vive un anno di stanca.

"La cosa che salta più all’occhio sono le spese per consulenze tecnico sportive (quelle per il trading dei calciatori) che toccano da sole quasi il valore del costo del lavoro. Considerate che gli stipendi sono di 30milioni (nel 2013 erano 32milioni): quasi altrettanto va in una struttura tecnico sportiva atta principalmente allo Scouting dei calciatori. Di fatto è come se l’Udinese spendesse quasi 60milioni di euro all’anno per la rosa ma con la certezza (?) di poter vendere bene. Vogliamo fare i critici? Di tanto si vuole crescere come rosa ed ambire in alto, di tanto si deve ottimizzare il settore osservatori (poco va agli agenti, da quanto scritto nella nota integrativa). La restante struttura dei costi vede ottime politiche di contenimento, che però non possono limare oltre il possibile.

"Ciò che si è creato di liquidità nel 2013, ecco che si è utilizzato nel 2014 a coprire l’erosione della voce più importante per una SPA, la cassa. Ovvio che altri due o tre anni come quello passato porterebbero non pochi problemi a un bilancio che deve fare i conti con l’investimento nello stadio nuovo, ma l’Udinese ha appena venduto Muriel e dispone ancora di Allan, Widmer, Hertaux e Karnezis. Il futuro immediato è roseo, ma un risultato sportivo migliore non guasterebbe: maggiori plusvalenze, più diritti TV e sponsor. Ogni tanto il meccanico di fiducia mi consiglia di mettere miscela al 3% nella Vespa, se metto sempre la 2% rischia di grippare. Ecco, diciamo che stiamo andando poco sotto il 2% e la nostra Special ha bisogno di ottani e olio.

"Tutto oro? No di certo. Calano drasticamente i contributi dalla Lega e le sponsorizzazioni il che potrebbe richiedere uno snellimento di quella voce sopra citata fra osservatori e calciatori. E non aiutano nemmeno i diritti TV che però, un plauso va fatto, coprono per intero il costo del personale tecnico (allenatori e calciatori) attuale. Vincono per un bel 36 contro 30 (milioni, of course). L’Udinese Calcio ci può mettere dentro anche le spese accessorie (trasferte, alloggi etc etc..) e la gestione degli eventi sportivi.

"I debiti netti invece aumentano per toccare una cifra prossima ai ricavi ordinari (sui 50milioni, ma ben lontani dai 100 e rotti del Parma). Qua lo stadio influisce e non poco. Occhio…

"Per chiudere, lanciamo un sasso nello stagno e vediamo quanti cerchi fa e dove arriveranno. L’Udinese vanta crediti verso enti del settore specifico (le cessioni giocatori) per 93milioni contro debiti per 32 milioni, il che lascia ampi margini di manovra sulla duration dei crediti. L’Udinese però paga quasi 25milioni in servizi di consulenza per il trading calciatori. Perché non diminuire le uscite, creare liquidità e smettere di fare factoring sui crediti televisivi? Perché non debellare il punto debole della mancanza di liquidità corrente, rendendo di fatto la società indipendente dal trend di mercato calciatori? Diceva Thompson, grande studioso d’aziende, che la prima regola di una organizzazione imprenditoriale è ricercare l’autonomia verso l’ambiente esterno e tanto più verso le fonti di incertezza. Il motore va, brucia bene. Perché non premurarsi dalle oscillazioni di prezzo della benzina? Lo stadio appesantisce e fa consumare molto di più.

"Conclusioni: se il voto al bilancio 2014 è un 5 stiracchiato, è da 8 la gestione della società che ha visto reinvestito l’autofinanziamento delle plusvalenze passate in titoli finanziari poi utilizzati nel 2014 a coprire proprio l’uscita di liquidità. Ed è da 6.5 la struttura patrimoniale ed economica che dovrà affrontare il futuro, visto che la finanza è incerta, come per quasi tutte le imprese in Italia. Un bilancio singolarmente conta poco, ma pare che questo evidenzi la terra di mezzo. A noi non rimane che tifare per i Pozzo, sperando che spicchino il volo.

"©Mondoudinese

 

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