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Cara Udinese, dov’è finito il tuo “killer instict”?

GENOA, ITALY - NOVEMBER 06: Duvan Zapata of Udinese Calcio reacts during the Serie A match between Genoa CFC and Udinese Calcio at Stadio Luigi Ferraris on November 6, 2016 in Genoa, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Nelle ultime giornate l'attacco bianconero si è inceppato. Eppure la squadra produce gioco, occasioni e prestazioni coraggiose anche contro formazioni dal "pedigree" decisamente più importante

Castellini Barbara

Where is the love? Si domandano dal 2003 i Black Eyed Peas. Where is the goal? Abbiamo, invece, cominciato a domandarci noi dopo le ultime giornate "storte" dell'attacco bianconero. Negli ultimi tre turni di campionato - a Genova contro la Sampdoria e in casa con Inter e Roma - nessuno degli attaccanti dell'Udinese è riuscito ad andare a segno. Eppure le occasioni non sono mancate. Ed è proprio questo che ci fa impazzire: la formazione di Gigi Delneri sta dimostrando una tenuta atletica e mentale positiva, visto che non è mai andata realmente in difficoltà, nemmeno con squadre dal calibro superiore come quelle di Stefano Pioli e Luciano Spalletti. Ovvio, però, che team come questi hanno una facilità a trovare la rete, che prima o poi ti puniscono (vedi lo straordinario gesto tecnico di Radja Nainggolan che lo stesso ex campione azzurro Alessandro Del Piero ha definito come "uno dei gol più difficili da realizzare"). Ma l'Udinese con che armi risponde?

Il reparto avanzato offre un ventaglio di soluzioni piuttosto ampie, tanto da consentire a mister Delneri di schierare contemporaneamente ben quattro "specialisti" nella ripresa. Il risultato, però, non è cambiato. Dobbiamo cominciare a preoccuparci? Probabilmente no, perchè quando la squadra produce una mole di gioco così importante, prima o poi la palla finisce alle spalle del portiere avversario. Però i conti attualmente non tornano. Soprattutto per Duvan Zupata, a secco dallo scorso 11 dicembre (Atalanta-Udinese 1-3). Sono cinque, finora, le reti complessive messe a segno dal colombiano, in linea con le sue medie stagionali. Eppure con un pizzico di convinzione in più e qualche ragionamento in area di meno, Zapata potrebbe diventare davvero devastante. Il killer instict, invece, solitamente non manca a Cyril Thereau, che in queste ultime giornate sta pagando una condizione fisica non ottimale. A meno due dalla doppia cifra, il bomber francese è stato impiegato in maniera massiccia da mister Delneri, ma sia contro l'Inter che contro la Roma ha dato l'impressione di non avere sufficienti energie per reggere 90 minuti. Magari nelle prossime gare con Empoli e Milan rivedremo l'Mvp bianconero. Di cui abbiamo un bisogno esagerato.

Più complicata, invece, da spiegare è l'involuzione di Stipe Perica. Dopo un avvio di stagione molto importante - ricordiamo per esempio le realizzazioni proprio contro toscani e rossoneri -, l'attaccante croato sembra aver perso fiducia. La sua crescita si è improvvisamente arrestata e gli ingressi in campo a partita iniziata, che erano il suo "pezzo forte", stanno risultando inutili o addirittura dannosi. Eppure stiamo parlando di uno dei talenti più promettenti di questa Udinese. Stipe, se ci sei, batti un colpo!

Alla voce "non pervenuti" nel tabellino marcatori, invece, troviamo un trio di potenziali risorse. Si tratta di Rodrigo De Paul, Ryder Matos ed Ewandro. Tre giocatori diversi, tre carriere diverse, tre età diverse, ma lo stesso valore in zona gol: zero. Tra pali colpiti e palloni usciti d'un soffio De Paul vince a man basse il premio "Sfighetto d'oro": la tecnica e le capacità del folletto argentino sono innegabili, ma l'assenza di gol comincia davvero a pesare. Siamo certi che quando RdP10 si sbloccherà non si fermerà più, speriamo dunque che ciò avvenga entro le prossime due giornate. Matos, invece, rappresenta quello che nelle saghe cinematografiche dedicate a vampiri e affini, chiamerebbero "ibrido". Tradotto in linguaggio calcistico: un giocatore dinamico, ma di incerta collocazione tattica. Almeno in questa Udinese. Su Ewandro, infine, risulta ancora difficile dare giudizi. Quaranta minuti scarsi suddivisi in tre spezzoni (nelle gare con la Roma e a Sassuolo) non bastano per definire la cifra tecnico di questo talentino cresciuto nel settore giovanile del San Paolo. Le chiocce brasiliane (vedi Danilo) potrebbero recitare un ruolo importante nella crescita di questo pulcino nero. Attendiamo fiduciosi.

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