E' Rodrigo De Paul l'uomo in più di questa Udinese, inutile girarci attorno. Sette reti su tredici portano la sua firma, non è poco alla tredicesima giornata, dopo due stagioni incolori con un ruolo che è sembrato sempre ibrido per qualunque modulo. Oggi quel 10 che pesa non poco sulle spalle ha preso per mano l'Udinese, proprio come faceva l'illustre predecessore con lo stesso numero. I paragoni non c'entrano e non servono, ma oggi l'argentino - forte anche della fiducia della sua nazionale - è imprescindibile e con Pussetto sembra formare un tango che può far male a chiunque. E Lasagna? Non può passare inosservato che questa squadra deve trovare equilibrio per fare punti: se si sbilancia troppo in avanti (magari con Pussetto a sinistra), alla fine prende gol come visto in passato. Nicola ha dato logica, anche se ogni giudizio è prematuro (vedi recente passato per non dimenticare, ndr).
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De Paul, segna e manda segnali
De Paul è essenziale, ma facciamo che non diventi imprescindibile, perché per la salvezza servono anche gli altri e soprattutto da Lasagna e dal centrocampo ci si attende di più in fase conclusiva.
Certo è che De Paul oltre che segnare fa anche da cerniera con la mediana, si scarifica e sa essere leader. Fonti bene informate dicono che una big (l'Inter con tutta probabilità) lo ha già preso, ma è facile pensare che difficilmente l'Udinese lo mollerà a gennaio, anche se oggi la concorrenza davanti andrà gestita bene e con intelligenza da Nicola per non creare malumori.
De Paul intanto ha fatto un gesto che forse è passato inosservato ai più dopo la rete con la Roma: indicando lo stemma sulla maglia ha indicato subito dopo il terreno di gioco, come a voler dire "da qui non mi muovo, non credete alle voci". Il fatto è che a lui crediamo, ma le voci spesso non sono solo tali. Ribadiamo che non crediamo a cessioni invernali (che non convengono a nessuno), ma pensiamo anche che l'allenatore dovrà trovare il modo di accontentare tutti coinvolgendoli in un progetto che vada al di là dei singoli risultati.
Con la Roma è stato anche facile preparare la gara conoscendo i punti deboli della squadra giallorossa, che se ne non gioca in velocità fatica come una piccola. Del resto i cugini laziali li sfottono chiamandoli "i campioni d'estate", perché come spesso accade la squadra appare più forte di quella che è ad agosto. Ciò non toglie meriti all'Udinese che ha fatto quello che doveva: difendersi e colpire in contropiede.
Con De Paul che ha giocato tantissimi palloni e segnato, dimostrandosi imprescindibile. Ma ora verrà appunto il difficile. Confermarsi e trovare nuove soluzioni, anche perché non sempre si vince chiudendosi dietro e non sempre si vince se non si chiudono le partite. De Paul è essenziale, ma facciamo che non diventi imprescindibile, perché per la salvezza servono anche gli altri e soprattutto da Lasagna e dal centrocampo ci si attende di più in fase conclusiva.
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