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Gli esami non finiscono mai

La vittoria con il Verona ha "alleggerito" la tensione in casa Udinese, ma ci sono ancora due mesi e mezzo di campionato, che dovranno servire a tecnico e giocatori per dimostrare il loro effettivo valore. Fernandes, Wague e Widmer "sotto la lente"

Castellini Barbara

E' arrivata. Sotto una pioggia di applausi e di consensi. La vittoria, che mancava all'Udinese dallo scorso 6 gennaio, si è rivista alla Friuli Dacia Arena domenica pomeriggio, nel confronto (forse) più importante della stagione. Davanti a un bivio insidioso, la formazione di Stefano Colantuono ha ritrovato la retta via, imboccando il sentiero della serie A. La salvezza, di fatto, non è ancora stata raggiunta ma il successo di domenica vale doppio: i veronesi, infatti, hanno ridotto ulteriormente le residue speranze di permanenza nella massima categoria, mentre i friulani sono riusciti a lasciarsi alle spalle il Genoa, fermato dal Chievo. Con una giornata in meno da disputare e un altro scontro diretto all'orizzonte, finalmente a Udine si rivede la luce.

Trenta punti in cassaforte e un morale decisamente più alto rispetto qualche giorno fa, consentono all'Udinese di guardare avanti. Innanzitutto i bianconeri dovranno dare continuità al successo con l'Hellas domenica a Frosinone, per chiudere definitivamente i discorsi e proiettarsi alle prossime sfide con le "big", in primis la Roma che giungerà a Udine il 13 marzo, con ritrovato entusiasmo. E comunque senza troppe tensioni. In quest'ottica la società dovrà cominciare a interrogarsi anche sul futuro (prossimo e meno): da quali elementi si dovrà ripartire per cominciare (per la terza volta) un nuovo ciclo vincente? E quali giovani meritano ancora una chance? Domande che sicuramente i vertici bianconeri si saranno posti nelle ultime ore.

Un esempio di come è cambiato il vento è rappresentato da Antonio Di Natale. Il capitano ha dimostrato - se mai ce ne fosse stato bisogno - che è ancora in grado (caspita se lo è...) di reggere sulle proprie spalle il peso della squadra. La sua prestazione contro l'Hellas è stata esemplare per carisma, forza e determinazione. Chi lo aveva "pensionato" in anticipo si è dovuto ricredere, visto che il suo contributo con il Verona è stato assolutamente determinante. Detto questo, resta comunque probabilissimo che il capitano a maggio saluti il Friuli per rientrare nella "sua" Empoli. Anche altri veterani dello spogliatoio sembrano essere giunti ai saluti finali: dai "dimenticati" Maurizio Domizzi e Giovanni Pasquale, a Orestis Karnezis, Thomas Heurtaux, Danilo.. tutti potenzialmente sul mercato. Ma si tratta di giocatori che ormai sono entrati nell'ultimo spicchio della loro carriera. Sicuramente potranno ancora dire a loro ad alti livelli, ma a Udine hanno già dato tutto. Il problema (vero) è che a differenza degli anni passati, le alternative non sono così numerose. Come abbiamo già più volte sottolineato, questa è una stagione anomala: nessun giovane è veramente esploso. Nè in ottica mercato (ricordate Allan lo scorso anno?), né per cercare la consacrazione definitiva in bianconero. Le parole di Gino Pozzo al termine della sfida di domenica ("ci aspettavamo di più da questa stagione, ci sono ancora due mesi e mezzo per valorizzare alcuni elementi") inducono a più di una riflessione. Ci sono alcuni ragazzi come Bruno Fernandes, Molla Wague, Silvan Widmer che hanno bisogno di riconquistare spazio e minuti preziosi. Sono loro i prospetti più interessanti dell'attuale rosa bianconera, ma il loro valore sta velocemente scemando. La classifica meno triste e alcuni big-match in programma nelle prossime giornate potrebbero consentire a questi talenti di rimettersi in luce. Il derby con il Verona era una tappa "obbligata", ma la stagione non è terminata. Tutti (mister compreso) hanno ancora molto da dimostrare. Gli esami non sono finiti...

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