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Il calcio non si rassegna. Marino fuori dal coro. Misure strette fino al 4 maggio

Si pensi al futuro come ha detto Marino perché anche il prossimo campionato, come la scuole del resto, non sono certi: in campo con le mascherine? In campo con 40 mila spettatori attorno? Impensabile a meno che l'avidità non abbia la meglio...

Redazione

Nel pazzo mondo del calcio, completamente fuori dalla realtà, spicca almeno una voce fuori dal coro e intelligente, quella di Pierpaolo Marino, direttore dell'area tecnica dell'Udinese. L’attuale dirigente, infatti, disegna un quadro decisamente drammatico: “Sono preoccupato per la sopravvivenza del prossimo campionato, non per questo. Io temo per l’economia di tutto il mondo, credo che siamo davanti a una situazione che non si può prevedere – ha dichiarato a Il Mattino -. Ripresa a maggio? Bisogna prendere delle decisioni adesso per evitare di compromettere la prossima stagione. Io faccio uno scenario a tre mesi, nel breve termine: e non vedo possibilità che il sipario possa rialzarsi su questo campionato“.

Peccato che queste parole, realistiche e non disfattistiche, vadano contro il ben pensare della Confindustria del pallone, capitanata dai soliti noti. L'Udinese, va precisato, sarebbe per l'annullamento del torneo - scelta fatta da altri sport - e sarebbe in linea con quanto starebbe per accadere anche in Premier League.

Sarebbe la logica conclusione e in un dramma dove solo il silenzio rispetterebbe le migliaia di morti. Parlare di calcio in un contesto post bellico, senza nemmeno certezze sul futuro, sarebbe quanto meno inopportuno se non cinico. Come pensare che si possa festeggiare o polemizzare per un gol se tutt'attorno ci sono solo macerie?

Ma i club europei e quelli italiani in primis (strozzati nella loro bolla speculativa oramai all'esplosione) cercano ossigeno economico, alla faccia di un calcio che deve tornare più umano e a misura di di quello che sarà il nuovo mondo. Niente sarà più come prima non è frase catastrofista, è la realtà che ancora qualcuno non vuole vedere perché fiuta magari qualche aiuto di stato laddove per anni si è usufruito fin troppo di beneficenze da parte del Governo, vedi il decreto spalmadebiti per dire. Impensabile che i club del prossimo futuro possano spendere anche oltre 20 milioni a bilancio per agenti e scout. Impensabile pensare che i giocatori vivano da nababbi laddove ci saranno milioni di disoccupati in più. Impensabile che le tv le facciano da padrone laddove il calcio in quanto sport popolare necessiterà di un ritorno "in chiaro".

Ma nonostante questo c'è chi le spara più grosse, dai ritiri in clausura, al campionato a 40 gradi tra luglio e agosto, fino a chi inizia già a pregustare cessioni milionarie come Musso all'Inter per non meno di 30 milioni. Esempi universali comunque qui, che non distolgono l'attenzione su come il pallone sia fuori da ogni logica umana più che pratica.

Come pensare che i calciatori possano giocare in sicurezza, psicologicamente pronti, quando magari hanno vissuto da dentro i drammi del virus, pensate a Atalanta e Brescia, la quale ha già fatto sapere che per rispetto alla città non intenderebbe ripresa nere. Sacrosanto.

Ma si vuole davvero portare il dramma in  farsa, sapendo bene che comunque il torneo sarebbe il più falsato della storia?

Intanto anche sulle date non c'è certezza. Il prossimo DPDC prevede il blocco totale fino al 3 maggio, come era già previsto. Troppo alto il rischio di ricadute, dunque tutti a casa salvo eccezione fatta per piccole aperture verso imprese strategiche. Tra queste non c'è il pallone e gli allenamenti non ci possono essere i n quanto poche società garantirebbero la sicurezza, sempre che si possa parlare di questo visto che una rosa assieme è impensabile quando perdi no portare fuori il cane necessita di impegni ben precisi da rispettare.

Basta con l'ipocrisia. L'Itali è chiusa per la tragedia che sta vivendo. I danni, come detto da sempre, si conteranno alla fine e stiamo certi che saranno enormi i  tutti i settori. Ciò implicherà al calcio di tornare a essere più a ,misura della società dove è parte integrante perché nessuno vuole pensare a non ricominciare, ma nessuno o pochissimo vogliono riprendere col lutto al cuore.

Si pesi al futuro come detto a Marino perché anche il prossimo campionato, come la scuole del resto, non sono certi: in campo con le mascherine? In campo con 40 mila spettatori attorno? Impensabile a meno che l'avidità non abbia la meglio sulla logica e sui rischi. tutto può succedere, sia chiaro, ma se poi dovesse riaprirsi una crisi qualcuno ne dovrebbe pagare le conseguenze in maniera severissima.

 

 

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