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Il calcio tra spray, gel, e le grandi sempre favorite. E Galliani che fa il benefattore della povera Udinese

Il caso Valeri è emblematico ed è onestamente nauseante continuare a parlare di lui: ma cribbio, possibile che già in altri Milan-Udinese avesse dimostrato di aver commesso orrori, pardon, errori, oggi quel lungimirante di disegnatori si ostini...

Monica Valendino

Il caso Valeri è emblematico ed è onestamente nauseante continuare a parlare di lui: ma cribbio, possibile che già in altri Milan-Udinese avesse dimostrato di aver commesso orrori, pardon, errori, oggi quel lungimirante di disegnatori si ostini a mandarlo a dirigere l'Udinese? Quella Udinese per la quale Pozzo ha speso parole pesanti per difenderla, giustamente, dall'incapacità di questo arbitro?

Purtroppo l'Udinese come il Cagliari non ha santi protettori (San Siro pensaci tu!). Così anche i sardi devono sottostare alla regola del più forte: da annullare il primo gol della Fiorentina:  c’è la posizione di fuorigioco di Gonzalo Rodriguez che disturba il portiere sulla punizione calciata da Mati Fernandez. Nella ripresa ci sarebbe un rigore per il Cagliari, ma l’arbitro concede il vantaggio. Tanto per fare un esempio sempre della domenica di calcio italiano che appassiona i compatrioti.

Ma avete mai guardato e messo a confronto un arbitro inglese con uno italiano? Quello britannico, forte della tradizione, quasi sempre veste ancora di nero, salvo per partite dove deve cambiare divisa. Non è belloccio, non ha il nome impresso sul colletto, non è appariscente insomma. Fa errori anche lui, ma chissà perché da quelle parti (come nel resto d'Europa) si ha la sensazione della buona fede.

Sarà mica per questo che siamo noi italiani a ostinarci a chiedere la moviola? Fa perfino tenerezza che il signor Galliani, ad, del Milan, nel dopo gara arrabbiato per l'ingiusto 2-0 della sua squadra, sorridendo davanti alle telecamere, gridi ai quattro venti (peccato che San Siro sia abbastanza protetto dal clima esterno), che è ora di cambiare!. Basta! Qui ci vuole la moviola e da domani (oggi per chi legge) si impegna a battersi per averla. Non è chiaro però, pensandoci bene, se era adirato per il gol non gol o per il mancato rigore dato a Badu e quello regalato al Milan. Valli  capire questi dirigenti.

Intanto bisognerebbe spiegargli che l'IFAB, ovvero la solita cattivona federazione internazionale, non vuole la moviola per il semplice motivo che snaturerebbe il gioco. Ora però bisogna capire perché in Italia che tanto ci si batte per la tecnologia non si sia applicata la  regola approvata per il gol-non gol, ma invece si è scelto di proseguire su quegli inutili ometti che stanno vicino alla porta e si chiamano giudici proprio di porta: ovvero dovrebbero guardare solo se un pallone è entrato e dare una mano all'arbitro (Sic!) se c'è un rigore o meno.

La coordinazione e il dialogo tra persone è già dura di per sé, figuriamoci se di mezzo c'è gente che vuole fare strada e che per antonomasia in questo paese non tocca mai i forti.

Eh già: se non l'avete capito in questo paese, non solo nel calcio, si è forti con e deboli e deboli con i forti. Così chi tiene famiglia non si mette contro il feudatario di turno.

Vale per tutti, non solo per gli arbitri, che arbitrariamente parlando sono schiavi di un potere che dimostra la sua incapacità nel voler cambiare.

Si sono varate regole nuove che perfino i dirigenti criticano (perché votarle allora?), mentre si è trascuarato di riformare il calcio dalla base. Però si è autorizzato pomposamente l'utilizzo dello spray: sia quello per i capelli degli arbitri (avete visto, mai un capello fuori posto), sia quello per controllare quei birbanti che stanno in barriera.

Questo è il calcio d'oggi. Ovvero primo dicembre 2014. Scommettiamo che fra un anno siamo qui a parlare delle stesse cose, Valeri compreso?

©Mondoudinese

 

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