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Lo “sciopero bianco” dell’Udinese

La prestazione imbarazzante offerta contro il Torino rappresenta un inatteso passo indietro per gli uomini di De Canio, che ora non potranno più fallire. Ma per centrare la salvezza andranno risolte alcune questioni... interne

Castellini Barbara

Sconcertante. Così possiamo definire l'Udinese, il ko interno con il Torino, la gestione dell'intera stagione. A centottanta minuti dal triplice fischio del campionato 2015-2016, i bianconeri si ritrovano nuovamente a ridosso della zona retrocessione, appesi a tre punti di vantaggio sulle terzultime Carpi e Palermo. Se ce l'avessero pronosticato qualche mese fa, quasi tutti noi avremmo sorriso, pensando a un Pesce d'aprile fuori data. E, invece, è tutto vero. Maledettamente vero.

Che questa fosse destinata a essere una stagione disgraziata e avara di emozioni lo avevamo intuito fin dall'inizio, ma ritrovarsi ora, in queste condizioni va oltre ogni più nera previsione. L'Udinese ha dimostrato di valere molto più della posizione che occupa attualmente: le buone prestazioni offerte nelle ultime giornate con Napoli e Fiorentina non possono essere considerate semplici "episodi", così come non si può giustificare il ko con il Toro solo attraverso alcune scelte suicide di Gigi De Canio. Senza dubbio, dietro a una classifica che continua a sanguinare, ci sono diverse motivazioni. Quella più preoccupante - e che potrebbe risultare "fatale" nell'epilogo del campionato - è l'assenza di un obiettivo comune. Contro i granata l'Udinese è sembrata in sciopero, quasi fosse intenzionata a lanciare un chiaro messaggio alla società. Cosa ci sia dietro questo braccio di ferro non ci è dato sapere, però qualcosa sta succedendo.

Dall'esterno, la sensazione è che gli interessi personali stiano prevalendo sugli interessi di squadra e questo orientamento non fa presagire nulla di buono. Soprattutto in un momento in cui la compattezza del gruppo è fondamentale per uscire definitivamente dal tunnel. Bissare una prestazione negativa come quella con il Torino a Bergamo o nel successivo match casalingo contro il Carpi significherebbe molto probabilmente salutare la serie A dopo 21 anni. Un'ipotesi che consideriamo lontanissima dalla realtà, ma non impossibile. Soprattutto se, in una fase così delicata, le questioni personali diventano preponderanti. Inutile aggiungere che la mancanza di quel famoso zoccolo duro che tanto abbiamo rimpianto fin dalle prime giornate, sta contribuendo a complicare la situazione.

In tutta questa vicenda, tuttavia c'è e ci sarà un solo vincitore: il pubblico friulano, che sabato dopo la partita è stato protagonista di uno spettacolo straordinario (http://www.mondoudinese.it/video/video-la-curva-nord-delludinese-emozione-allo-stato-puro/). In una stagione così difficile, infatti, il sostegno dei supporters bianconeri non è mai mancato, anzi è cresciuto proprio negli ultimi mesi, segno che questa terra merita di rimanere nella massima categoria. Adesso società, allenatore e giocatori dovranno dimostrare altrettanto. In 180 minuti di fuoco.

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