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Mercato chiuso, Udinese rimandata al campo

Monica Valendino

Poche cessioni rispetto alle aspettative e alle necessità per evitare una pericolosa concorrenza e tre prestiti che "vorranno" giocare titolar. I dubbi permangono soprattutto sulle fasce, ma ora parlerà solo il campo (almeno)

Il mercato di riparazione si è chiuso. Per l'Udinese è stata infatti una sessione dove si dovevano mettere le pezze a una squadra sbagliata. Ci si è riusciti? Il campo darà la risposta. Obiettivamente alcuni colpi appaiono discreti (Peñaranda, De Paul e Kums), ma ci sono anche dei dubbi che permangono.

Primo fra tutti una rosa ancora troppo vasta per non creare preoccupazione: si sa che se arrivano i risultati tutte le piccole grandi invidie di spogliatoio vengono messe a tacere, ma se questi tardano o ancor peggio faticano ad arrivare la gestione del gruppo diventa difficoltosa anche per uno come Iachini che fa del dialogo la sua forza.

In secondo luogo l'eterogeneità del gruppo rimane un punto interrogativo: parlarsi è importante, ma soprattutto capirsi lo è e tante lingue diverse creano sicuramente problemi. Ma soprattutto manca uno zoccolo duro che sappia trascinare gli altri. A vista il solo Felipe pare essere il baluardo di quello che una volta era lo zoccolo duro, mentre il capitano - Danilo - appare fuori forma fisica e mentale.

Quindi le fasce, da sempre un problema e specie sulla sinistra ancora irrisolto.

Infine l'uomo gol: Zapata per ora è più cipresso che altro, in attesa di Thereau rimane il dubbio se questa squadra abbia in seno quel giocatore o quella coppia di giocatori capaci di garantire almeno 20 reti, il minimo sindacale per pensare a una salvezza tranquilla. Da considerare che sia il colombiano sia Peñaranda sono in prestito.

Di positivo c'è che finalmente arriva un uomo d'ordine in mezzo al campo, quel Kums di cui si parla un gran bene e che Napoli e Roma avevano adocchiato. Accanto a lui Fofana e Badu possono garantire dinamismo e fisicità.

Positivo anche che finalmente si stia tornando alla difesa a quattro. Eureka! Solo che a prima vista mancano i terzini, comunque c'è tempo per lavorare su Widmer e magari Jankto su questi ruoli. Bene un 3-4-2-1 che dia copertura, bene i due trequartisti (De Paul e Thereau in attesa di Peñaranda), ma rimane il terminale offensivo che ancora non convince in attesa magari di un'ulteriore trasformazione in un 4-3-3. Vedremo.

Inutile aggiungere che la salvezza rimane l'obiettivo primario. Arrivarci con tranquillità potrebbe poi aprire altre porte se ci sarà la giusta motivazione, ma questi sono discorsi superflui e inutili oggi. Quota 40 è il traguardo, serve ancora molto per trovare la vera Udinese.

Intanto in Serie A Empoli e Crotone sembrano già patire. Ma attenzione perché l'anno scorso ha insegnato che alla fine i valori vengono compensati dalla fame di salvezza. Comunque sia con 20 squadre l'Udinese non è di certo ancora da ultimi tre posti sulla carta, ma serve attenzione perché il recente passato insegna e se i bianconeri non trovassero una loro identità di gioco allora si che ci sarebbe da soffrire. Anche perché le altre bene o male si sono rafforzate e spesso squadre come Pescara o Chievo giocano a memoria e questo è un vantaggio che l'Udinese oggi non ha.